Il metro del casting per Virginia Raggi

sabato 26 marzo 2016


Non stupisce la notizia che il grillino Luigi Di Maio si sia sottoposto a Roma ad una sorta di esame da parte degli ambasciatori dei Paesi dell’Unione e che si appresti a compiere un giro tra le principali capitali europee per presentare il movimento politico di cui è uno dei principali esponenti. I grillini vengono accreditati dai sondaggi come i probabili vincitori delle prossime elezioni amministrative italiane. Ed è normale che ambasciatori e cancellerie manifestino attenzione ed interesse su un fenomeno destinato a produrre conseguenze politiche non solo sul piano interno, ma anche su quello internazionale.

Ciò che semmai colpisce è la rapidità con cui importanti organi di stampa come l’Economist ed il Guardian si siano espressi in termini, non solo positivi ma addirittura entusiastici, in favore della candidata dal Movimento Cinque Stelle a sindaco di Roma, Virginia Raggi, presentandola come un personaggio politico esperto e di spessore. Nessuno, per la verità, al momento è in grado di valutare l’esperienza e lo spessore della candidata grillina al Campidoglio. E nessuno può escludere che la Raggi possa rivelarsi in breve tempo una risorsa di qualità per la politica romana e nazionale. È molto difficile poter esprimere un qualche giudizio su chi non ha mai svolto fino ad ora alcuna attività pubblica e ha appena incominciato a compiere i primi passi su un terreno in cui non si è mai avventurata in precedenza. Della Raggi, al momento, si può dare un giudizio estetico definendola gradevole. Si può rilevare che nelle prime apparizioni televisive si è mostrata spigliata e dialetticamente capace. Ma possono bastare questi fattori a trasformare una ragazza sicuramente di belle speranze in una star conclamata dell’universo politico italiano?

La fretta dei media stranieri nell’incoronare la Raggi come una sorta di reginetta della scena pubblica romana e nazionale non è solo frutto della tendenza dei media, anche quelli autorevoli ed internazionali, ad applicare le regole con cui vengono realizzati i casting televisivi e cinematografici nella valutazione di qualsiasi soggetto esca dall’anonimato e finisca sotto i riflettori della notorietà. Nasce anche dalla speranza di poter scoprire qualche personaggio nuovo in grado di interessare un pubblico ormai abituato a consumare voracemente e nevroticamente volti e storie a ritmo più che quotidiano. E dipende soprattutto da una tale sfiducia e sottovalutazione della scena politica italiana da far scattare incredibili ondate di credito preventivo per chiunque possa far pensare di essere in grado di apportare trasformazioni e modifiche dell’esistente.

A suo tempo questo credito preventivo è stato riservato da certa stampa internazionale anche a Matteo Renzi. Ora tocca alla Raggi. Che però non dovrebbe elettrizzarsi troppo. I giudizi frettolosi e fondati sul nulla possono cambiare di segno in un attimo! Come è capitato, appunto, a Renzi!


di Arturo Diaconale