Le Amministrative e la frantumazione dei poli

venerdì 11 marzo 2016


Bassolino a Napoli, Bray a Roma, Gherardo Colombo a Milano. Se mai queste candidature a sinistra del Pd dovessero prendere effettivamente corpo, la scissione della vecchia “ditta” sarebbe praticamente consumata. Le prossima amministrative potrebbero diventare il momento in cui i destini dei post-comunisti e dei post popolari tornerebbero a separarsi dopo la fusione a freddo, mai perfettamente riuscita, avvenuta negli anni ‘90 grazie al cemento unificante dell’antiberlusconismo.

Se questo avvenisse si tratterebbe di una novità particolarmente significativa. Perché normalmente le scissioni vengono decise dai vertici e sottoposte successivamente (e non sempre positivamente) alle verifiche della base. Nel nostro caso, invece, avverrebbe l’inverso. Perché l’eventuale scissione del Pd sarebbe stata provocata dall’esito contestato delle primarie e dalla spinta di una base decisa a trascinarsi dietro dei vertici recalcitranti.

È difficile stabilire se i fatti daranno completamente ragione a questa ipotesi. È certo, però, che le primarie contestate hanno allargato a dismisura la spaccatura tra renziani ed antirenziani nel Partito Democratico ed avviato un processo che molto difficilmente potrà concludersi con una qualche ricucitura.

Sul fronte opposto sembra avvenire un fenomeno diverso ma dallo stesso effetto. L’ostilità alla candidatura a Roma di Guido Bertolaso da parte di Matteo Salvini indica che il leader della Lega ha deciso di sfruttare le amministrative per “rottamare” Silvio Berlusconi e la sua leadership sul centro destra. La partita romana non è tra Bertolaso, Marchini e Storace ma tra Salvini ed il Cavaliere. E, qualunque possa essere l’esito, avrà come inevitabile effetto una sempre più vistosa separazione dei destini della Lega da quelli delle altre forze dell’area moderata.

Sulla carta la frantumazione contemporanea dei vecchi due poli della politica italiana servirà a favorire il successo nelle amministrative del Movimento 5 Stelle. Ma, passata l’onda, potrebbe creare le condizioni per un profondo rivolgimento del quadro politico nazionale con la fine del predominio renziano ed il ritorno al multipartitismo esasperato della Prima Repubblica.


di Arturo Diaconale