venerdì 11 marzo 2016
Le statistiche in mano alla Commissione europea denuncerebbero che l’Italia sarebbe il fanalino di coda nei pignoramenti immobiliari. Per i soloni di Bruxelles le autorità italiane sarebbero poco leste a mettere per strada chi non paga rate di mutui, tasse o ha debiti non onorati verso lo Stato, i privati e le banche. Per l’Ue troppi italiani non meritano un tetto sulla testa, soprattutto dall’Europa pretendono che le case degli italiani vengano vendute per immettere liquidità nel mercato. Pretese, quelle dell’Ue, che stanno rendendo davvero inconciliabili le due visioni del mondo, quella italiana e quella nord e centro europea.
Non paga, la Commissione Ue ha comunicato all’Italia le proprie preoccupazioni sul “rispetto degli obblighi di bilancio”, si legge nella nota. “Abbiamo individuato sei Paesi le cui strategie di bilancio potrebbero rischiare di condurre alla violazione degli obblighi previsti dal Patto. C’è ancora tempo a sufficienza per adottare le misure correttive necessarie, ed è per questo che la Commissione ha segnalato preventivamente questi aspetti”, ha tuonato il vicepresidente Valdis Dombrovskis.
“Abbiamo fatto quanto in nostro potere per informare le autorità nazionali dei rischi di inosservanza - ha aggiunto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici -. Ora sta a loro tenere conto di questo input in sede di elaborazione dei rispettivi piani di bilancio a medio termine che presenteranno ad aprile”. Tra marzo e aprile la Commissione si confronterà con gli Stati membri sugli squilibri macroeconomici: gli Stati membri dovranno spiegare all’Ue che pacchetto d’iniziative intendono adottare per rastrellare soldi: ovvero tasse, prelievi forzosi, reintroduzione della Tasi e, forse, una super Imu.
Il contenuto della lettera della Commissione Ue all’Italia verte proprio sulle misure da inserire nel Def. “È importante che l’Italia assicuri che le necessarie misure per centrare l’obiettivo di medio termine siano annunciate e dettagliate al massimo entro il 15 aprile - dicono dalla Commissione Ue - data della presentazione del Def”. La Commissione Ue ricorda all’Italia il “rischio che la regola del debito non sia rispettata”, e “se verrà accordata la flessibilità, verrà posta particolare attenzione al suo uso, perché sia effettivamente usata per gli investimenti”. Per l’Ue “se le misure saranno annunciate in modo credibile al massimo entro il 15 aprile, saranno prese in considerazione nelle previsioni economiche di primavera, che faranno da base alla nuova valutazione del rispetto degli obblighi del Patto”. Dulcis in fundo la lettera rammenta che l’Italia “ha un debito molto elevato che ha avuto il suo picco al 132,4 per cento nel 2015 e, in base alle previsioni d’inverno della Commissione, è previsto che scenda lentamente nei prossimi due anni”. Ma le previsioni dicono che c’è un rischio di non rispetto della regola del debito nel 2016. “Italia devia da target anche con margini migranti”, dicono da Bruxelles, aggiungendo che l’Italia starebbe strumentalizzando la vicenda dei migranti per cercare di non tenere fede ai propri impegni economici, di bilancio.
L’Italia cercherebbe “d’evadere dalla politica europea del rigore”, sostengono le previsioni economiche invernali della Commissione: ecco che l’Ue fa spuntare per l’Italia il “rischio di deviazione dal percorso verso l’obiettivo nel 2016”. Per gli esperti dell’Ue l’ondata di migranti ed i costi sociali connessi andrebbero “esclusi dalle valutazioni che incidono sul bilancio”. In parole povere l’Ue chiede all’Italia dei forti piani di rientro. E le riforme credibili sono per la Commissione quelle che consentono di rastrellare ingenti quantità di risorse finanziarie. Da qui la richiesta di misure draconiane verso quella fascia di popolazione che si dimostra col fiato corto sui pagamenti di mutui e tasse. L’Ue vorrebbe che questi cittadini rinunciassero alla casa di proprietà, che i loro beni venissero convertiti in liquidità da immobiliari collegate alle banche. Qui spunta il braccio di ferro tra governo Renzi e Ue, e nel Parlamento tra maggioranza ed opposizione. In questo clima è stata partorita la lettera degli accademici che vorrebbero un nuovo governo Monti, in grado d’operare le “riforme” non possibili a Renzi. Quest’ultimo tiene troppo al parere dell’elettorato, al consenso, e non potrebbe mai permettere una ventata di pignoramenti immobiliari per ingraziarsi l’Ue. Poi è da sei anni chi ci sentiamo ripetere da grigie figure che “per addrizzare gli italiani” bisogna metterli di culo per terra, senza tetto sulla testa e senza soldi in tasca. Sorge il dubbio che, per rendere credibile questo ruolo di nazione devoluta a campo profughi, a Bruxelles vorrebbero trasformare il Belpaese in un’enorme tendopoli. È in atto una libanizzazione dell’Italia, difficile che in questo clima si possa considerare l’Europa come una dea buona.
di Ruggiero Capone