Premier Babbo Natale

giovedì 24 dicembre 2015


Tornando dalla visita lampo in Libano, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si è tolto la tuta mimetica per indossare i panni del Babbo Natale della politica italiota. Nel commentare l’approvazione definitiva dell’ennesima Legge di Stabilità, passata al Senato con il voto di fiducia, tutta miracoli e pasti gratis ha trionfalmente dichiarato dopo la visita a Beirut: “Stabilità, collegato ambientale e Rai tutto in un giorno: tre partite che sembravano impossibili portate a casa nel giro di qualche ora. La produttività di questo Parlamento è impressionante e i cittadini ne vedranno le conseguenze con l’abbassamento delle tasse”.

Ma in realtà non occorre essere economisti di vaglia per rendersi conto che sul piano sistemico generale le tasse sono lungi dall’abbassarsi. E ciò per un semplicissimo ma micidiale dettaglio: la spesa pubblica continua inesorabilmente a crescere anche e soprattutto nell’Era del cantastorie fiorentino. Questo significa, come dimostrato dall’aumento preoccupante del deficit di bilancio (che a consuntivo sarà ben più alto del 2,4 per cento stimato dal Governo, considerando le coperture farlocche previste nella stessa manovra), che se lo Stato non cessa di incrementare la propria quota nel controllo delle risorse, è materialmente impossibile ridurre il prelievo tributario allargato. Tant’è vero che basta esaminare un attimo il più grande capitolo dello stesso prelievo tributario, ovvero quello relativo alla più costosa previdenza pubblica del mondo, per comprendere che da una parte ci stanno le balle propagandistiche del Premier Babbo Natale e dall’altra una molto cruda realtà fatta essenzialmente di numeri.

Risulta infatti che nell’Era del grande cambiamento di verso renziano le aliquote relative al vasto mondo del lavoro autonomo, in cui per la cronaca si produce vero valore aggiunto di mercato, sono cresciute mediamente di 3 punti percentuali, raggiungendo in alcuni settori un proibitivo 31,72 per cento. Tutto questo si aggiunge al vero e proprio saccheggio operato dal rottamatore in servizio attivo permanente ai danni del risparmio privato, compreso quello indirizzato proprio alla previdenza integrativa. Quest’ultima oggetto di una vera e propria mascalzonata, ai danni soprattutto delle generazioni più giovani, con il quasi raddoppio della tassazione.

Ma non è finita qui. Come ogni Babbo Natale che si rispetti il buon Renzi, sempre parlando di tassazione, non poteva tralasciare il classico sacco di carbone per i contribuenti birichini. Carbone sotto forma di Canone Rai nella bolletta della luce, che in quanto ad aumento coatto della imposizione fiscale sembra riportarci ai fasti della tassa sul macinato. E questo è solo l’inizio.


di Claudio Romiti