Mannaia di Bruxelles si abbatte sull’Italia

domenica 22 novembre 2015


La strage di Parigi continua a mietere vittime. Questa volta non si tratta di morti in carne ed ossa, piuttosto delle scelte italiane sull’accoglienza indiscriminata degli immigrati. Dopo Parigi nulla sarà come prima. Sembra una frase fatta ma è azzeccatissima per Renzi e Alfano che hanno giocato pericolosamente a fare i buonisti a oltranza, a spese degli europei. Bisognava arrivare a vedere i morti in terra per dire basta alla folle teoria della società aperta, senza frontiere, vagheggiata dall’infezione multiculturalista di cui i nostri odierni governanti sono portatori insani. Quante volte la grancassa del politicamente corretto, amplificata dalla compagnia dei media compiacenti, ha gridato allo scandalo per i muri innalzati dai partner europei?

Renzi e Alfano hanno fatto credere agli italiani di essere nel giusto e che i cattivi erano gli altri. Invece adesso, con la coda tra le gambe, hanno dovuto chinare il capo al buon senso e ai diktat di Bruxelles. Ieri l’altro, in una riunione d’emergenza dei ministri dell’Interno dei Paesi Ue sono stati presi provvedimenti decisivi per la difesa delle frontiere comunitarie. Tutto è ruotato intorno al problema della sicurezza dei cittadini a rischio di attacchi jihadisti. Per evitare infiltrazioni di cellule terroriste è stato imposto l’obbligo di identificare tutti coloro che entrano nell’area Schengen e di tracciarne gli spostamenti. Non solo. Anche i cittadini europei che si muovono entro i confini dell’Unione saranno sottoposti a controlli approfonditi. Le informazioni rilevate saranno immagazzinate in un archivio posto a disposizione delle polizie europee. Ciò comporterà la revisione degli accordi sulla libera circolazione nell’ambito Ue. A questo scopo è stato dato mandato alla Commissione di modificare la legislazione vigente entro la fine dell’anno.

Nel frattempo, ogni Paese membro agirà autonomamente per anticipare l’applicazione delle misure correttive in funzione dell’innalzamento dei rispettivi livelli di sicurezza. Possiamo solo lontanamente immaginare con quale fatica il ministro Alfano, presente al summit straordinario, abbia dovuto inghiottire il grosso rospo servitogli dai partner. Perché, è inutile nasconderlo, sul banco degli accusati c’era l’Italia e in particolare la sua sconsiderata politica dell’accoglienza. Ma possiamo ritenerci fortunati perché poteva andare peggio. Prima del vertice è circolata una notizia che i solerti corifei della stampa di regime hanno parzialmente oscurato: il governo olandese si preparava a chiedere di ridimensionare l’area Schengen escludendo dagli accordi i Paesi della frontiera meridionale e dell’Est. Quindi, un siluro lanciato contro l’inaffidabilità, in primis, italiana. Per nostra fortuna non se n’è fatto niente. Ma siamo avvisati. Altre leggerezze nell’imbarcare a bordo chiunque e comunque senza effettuare severe verifiche sull’identità dei richiedenti ospitalità non saranno tollerate.

Matteo Salvini potrà essere contento. Dopo tutti gli insulti che si è beccato, oggi si ritrova nelle vesti di colui che aveva visto giusto. E la cosa non resterà senza conseguenze al momento della prova elettorale. La sinistra, invece, dovrà farsene una ragione: l’Europa è quella roba lì e non sarà mai, come sperato, il Bengodi del melting pot. Renzi, il fortunato, può tuttavia contare sull’arrivo della cattiva stagione che per un po’ fermerà il flusso dei barconi. Ma questo stato di grazia non durerà a lungo. Prima o dopo tornerà a splendere il sole e ricominceranno i traffici di disperati dalle coste libiche. Inizi, il nostro baldanzoso premier, a pensare come affrontare il problema per quando si ripresenterà piuttosto che starsene davanti allo specchio a raccontarsi quanto sia stato bravo a salvare l’Italia. L’ennesima balla.


di Cristofaro Sola