Salvini, una linea molto discutibile

giovedì 12 novembre 2015


Personalmente non mi associo, pur comprendendone i motivi di opportunità tattica, all’entusiasmo di chi plaude ad un centrodestra a trazione Matteo Salvini. Continuo a ritenere inadeguata la sua linea programmatica e ciò, a maggior ragione, non giustifica soprattutto ciò che resta di Forza Italia ad appiattirsi sulla Lega, rinunciando di fatto a svolgere un ruolo determinante in quella che molti considerano una coalizione rinnovata.

In particolare, accettando senza quasi discutere la vocazione anti-Euro e anti-Europa espressa anche a Bologna dal successore di Bossi e Maroni, il partito che ha dominato a fasi alterne la scena politica negli ultimi vent’anni abdica sostanzialmente a qualunque tentativo di tornare a contare, sospingendo quella parte del proprio elettorato che non digerisce gli estremismi leghisti a rivolgersi altrove. Da questo punto di vista mi sembrano più che fondati i mugugni di Altero Matteoli, critico per la presenza di Silvio Berlusconi all’adunata leghista dell’8 novembre.

Quanto poi alla tesi salviniana - condivisa appieno da quella sorta di Lega del Centro-Sud da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni - di tornare alla moneta nazionale, particolarmente ora che è solo grazie alle manovre della Bce di Mario Draghi che l’Italia può permettersi una modesta ripresina economica, trattasi di una vera follia. Il Paese al di fuori della moneta unica avrebbe fatto da un pezzo bancarotta, anziché continuare a beneficiare di tassi d’interesse ridicoli in rapporto alle colossali dimensioni del nostro debito pubblico. E questo, pur non essendo il nostro un Paese di grandi economisti, viene comunque percepito dalla parte più riflessiva dell’elettorato cosiddetto moderato.

D’altro canto, la questione dell’uscita dell’Italia dall’Euro non è robetta poco costituendo, assieme ad altre chicche protezionistiche sostenute dalla Lega di Salvini, un pacchetto di proposte a dir poco inquietanti per chi conosce i benefici di una moneta stabile e dal forte potere acquisitivo quale è quella corrente. Sotto questo profilo, continuo a pensare che una vera alternativa alle favole che racconta l’attuale Presidente del Consiglio si costruisca proprio mettendone a nudo i gravi errori prospettici, come quello di agire irresponsabilmente sulla leva del deficit di bilancio, contraendo altri debiti.

Per ciò che mi consta, un centrodestra veramente rinnovato non lancia la palla in calcio d’angolo promettendo pericolose scorciatoie monetarie. E se Forza Italia vuole avere un ruolo decisivo dentro la coalizione non può certamente evitare di ridiscutere un punto programmaticamente tanto fondamentale.


di Claudio Romiti