Illusioni, tasse certe e tegola sulle pensioni

mercoledì 4 novembre 2015


Può essere che Matteo Renzi riesca, come ha minacciato, a “divertirsi” con i rappresentanti delle Regioni. E, anzi, è scontato che ci riesca. Da demagogo quale è non avrà alcuna difficoltà a rintuzzare le richieste di nuovi fondi da parte dei presidenti regionali sfidandoli a tagliare gli sprechi delle loro amministrazioni, piuttosto che a prendersela con il governo o a promettere nuove tasse sui loro amministrati.

Ma è ancora più certo che chi è destinato a non divertirsi affatto in questa ennesima manifestazione di opposte demagogie è il cittadino italiano. Che per un verso viene preso per i fondelli da un Premier che promette la diminuzione delle tasse con una manovra in deficit, cioè con un processo illusorio che serve solo a preparare la prossima campagna elettorale rinviando di qualche anno il peso del debito aumentato. E per l’altro si ritrova di fronte alla prospettiva di dover restituire con interessi usurari agli enti locali la falsa riduzione delle tasse del governo nazionale, in un quadro economico in cui la tanto decantata ripresa riguarda solo qualche impresa e non l’intera società italiana.

Ma non basta. Perché, mentre la Legge di stabilità minaccia di scaricare sulla testa degli italiani illusioni e danni, una tegola ancora più grossa appare in arrivo. Quella dell’ennesima riforma delle pensioni elaborata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, applicando la formula matematica della sottrazione. Ovviamente della sottrazione di una parte della pensione a chiunque ne incassi una superiore ai 3.500 euro mensili, cioè ad ogni appartenente a quel ceto medio che rappresenta l’ossatura della società italiana e che ormai da parecchi anni svolge la funzione di ammortizzatore sociale in nome e per conto dello Stato della disoccupazione giovanile, superiore al quaranta per cento.

Nulla da dire sulla logica matematica che ispira la riforma di Boeri. Già che ci stava il presidente dell’Inps poteva tranquillamente estendere la riforma delle pensioni al settore della Sanità. E proporre, applicando la regola della sottrazione, di sottrarre il servizio sanitario ai pensionati di età superiore ai 75 anni. In un colpo solo si incrementerebbe il numero dei decessi incentivando l’industria del legno ed aumentando l’occupazione nel settore dei becchini e si risanerebbero in un battibaleno pensioni e sanità riducendo i costi in maniera radicale.

Pare che Matteo Renzi sia seccato con Boeri per la sua logica astratta della sottrazione. Ma se lo è veramente, che aspetta a rimandarlo a far danni da dove è venuto?


di Arturo Diaconale