Dieci, cento, mille Cara di Mineo

giovedì 29 ottobre 2015


Non c’è che dire, i burocrati di Bruxelles quando si tratta dell’Italia sanno sempre quale tasto battere: ci comprano. Anzi, ci affittano.

Se l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che le salsicce sono cancerogene come l’amianto, le “porcate” confezionate dalla Commissione europea non sono da meno. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la concessione di una maggiore flessibilità sul deficit ai paesi che spenderanno denari per l’accoglienza degli immigrati. In realtà si tratta di un assist servito al governo italiano, visto che gli altri soci del club Ue hanno fatto sapere di non volerne sapere di stranieri, neanche se pagati. Matteo Renzi e compagni festeggiano: un grande successo per l’Italia che potrà indebitarsi per una somma aggiuntiva di 3 miliardi di euro, con il permesso del guardiano del porcile europeo. E questa sarebbe una vittoria? Ma vergognatevi! A Bruxelles ci trattano da tenutari di un bordello e voi del governo sapete solo dire grazie? Ma che razza di gente siete che consentite un tale mercimonio. Sì! Perché a essere venduto, anzi affittato, è il corpo fisico dell’Italia fatto di città grandi e piccole, di centri storici e di periferie, di piccoli paesi incastonati nelle valli subalpine o arroccati, come nidi d’aquila, sulle vette appenniniche e di infiniti borghi, concepiti nella notte dei tempi, per spezzare la serena monotonia della fertile campagna nostrana.

Il commissario capo Jean-Claude Juncker, non sapendo come affrontare l’emergenza migratoria, che non si arresta se non se ne rimuovono a monte le cause che la generano, ha pensato bene di mettere tutta la polvere sotto il tappeto. E quale migliore interlocutore del governo Renzi che, pur di ricevere l’elemosina di un piatto di lenticchie, sarebbe disposto a qualsiasi compromesso, anche il più indecente. Da oggi, con la benedizione europea, potremo assorbire tutti gli immigrati del mondo; Bruxelles ce li paga a pezzo, più ne accoglieremo più soldi avremo da spendere a debito. È una cuccagna! Italiani preparatevi a fare follie: volete cambiare la lavatrice? No problem, due somali in più da accogliere e da tenere a bivaccare; volete acquistare un auto nuova con un finanziamento facilitato? Quattro etiopi e due nigeriani. Praticamente un affare. Siamo andati mille volte in passato a battere cassa a Bruxelles perché riconoscesse al nostro Paese l’immenso sforzo finanziario sopportato per dispiegare le proprie forze armate, che sono un’eccellenza assoluta, nei teatri di guerra più pericolosi al mondo e quei figli di buona donna degli euroburocrati ci hanno puntualmente sbattuto la porta in faccia dicendo: sono cavoli vostri. Ora invece fanno i generosi purché gli si risolva l’incomodo dell’eccesso di materiale umano di risulta in arrivo dal terzo, quarto e quinto mondo. Ma per chi c’hanno preso? Se avessimo un po’ di considerazione di noi stessi dovremmo respingere l’offerta; l’accoglienza, quella giusta, quella dovuta per ragioni umanitarie a chi ne ha diritto deve essere un costo da pagare di cui una comunità nazionale dovrebbe andare fiera, mentre per i clandestini che cercano d’infilarsi a sbafo basterebbe un secco “ fora di ball” e via, rispediti per direttissima al mittente.

Se l’Europa intende gratificarci con una premialità sui conti, lo faccia per le cause giuste che affrontiamo, come gli interventi per il riassetto idrogeologico del Paese e l’ammodernamento dei sistemi di difesa. Ma non andrà così perché abbiamo una classe di governo che già si sfrega le mani nella ghiotta prospettiva di spartirsi più soldi con il business dell’accoglienza. Il grido di battaglia delle truppe renzian- alfaniane d’ora in poi sarà: dieci, cento, mille Cara di Mineo. Un’amara previsione: Slovenia e Croazia litigano per chi, tra i due Paesi, si terrà l’enorme flusso dei profughi in arrivo dalla rotta balcanica. Vedrete, troveranno presto un accordo: spediamoli in Italia. Avanti, allora, che c’è posto per tutti.


di Cristofaro Sola