L’Italia s’è desta

martedì 15 settembre 2015


Mi stupisco di chi si è stupito della repentina decisione del premier Matteo Renzi di annullare tutti gli impegni per volare a New York ad assistere alla finale femminile degli Us Open tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci. A mio modesto vedere, un uomo che basa tutto sul training autogeno della comunicazione positiva non poteva certamente lasciarsi sfuggire l’occasione di mettere il suo cappello da illusionista su un trionfo tennistico senza precedenti, con due italiane a contendersi uno dei quattro prestigiosissimi titoli del Grande Slam. Tant’è che, dopo aver postato su Twitter e Facebook alcune foto assieme alle italiche trionfatrici, il presidente del Consiglio ha aggiunto il suo scontato commentino: “Una comunità nazionale vive anche di emozioni non solo di statistiche. Grazie Flavia, grazie Roberta #vivalitaliaviva”.

D’altro canto, di fronte ai colossali problemi sistemici che affliggono in radice il nostro disgraziato Paese, cosa c’è di più corroborante per la propaganda renziana di un messaggio politico che ponga in correlazione una prestigiosa vittoria sportiva con il suo sempre più ostentato ottimismo della volontà? Un ottimismo che continua a ripetere al popolo di non dar retta ai gufi perché, come avrebbero dimostrato le due brave tenniste, per vincere la sfida della ripresa basta volerlo, gettando il cuore oltre l’ostacolo, costi quel che costi.

Tuttavia, come noi gufi liberali continuiamo a ripetere con una certa ossessione, se al messaggio politico che inneggia all’ottimismo non seguono passi, anche piccoli, che vadano nella direzione giusta, nulla di buono potrà mai accadere. L’Italietta renziana continuerà a vivacchiare all’ombra di qualche trionfo sportivo, contentandosi di celebrare il boom economico di una crescita da prefisso telefonico. Miracoli della comunicazione.


di Claudio Romiti