Un antidoto che non funziona più

sabato 20 giugno 2015


Tra i tanti segnali negativi per Matteo Renzi, le recenti elezioni amministrative hanno chiaramente indicato che il premier fiorentino non rappresenta più un efficace antidoto contro i populismi di ogni colore, in particolar modo quello grillino. Un antidoto politico che solo un anno fa, nelle elezioni europee tenute durante la cosiddetta luna di miele dell’Esecutivo dei rottamatori, aveva invece funzionato alla grande, con un Partito democratico che aveva praticamente doppiato il movimento fondato da Beppe Grillo. Ciò che è invece emerso questa volta, soprattutto nei ballottaggi per le Comunali, costituisce un elemento molto grave per lo stesso Pd, dato che - come ha rilevato giustamente Antonio Polito - sembra che al momento della scelta finale in molti luoghi è prevalsa la logica del tutti contro Renzi, in cui l’elettorato di varie anime ha preferito votare chiunque purché non fosse il candidato democratico. Ed al pari di Polito, anche il sottoscritto ritiene che tutto questo, al di là del contesto elettorale in cui si sia manifestato, debba essere interpretato come una pessima indicazione circa le prospettive politiche di quel progetto renziano del “sindaco d’Italia”, nel quale la credibilità del ragazzotto di Palazzo Chigi avrebbe fatto piazza pulita nell’eventuale ballottaggio del nuovo sistema elettorale detto “Italicum”.

Invece, si sta dimostrando che il vaccino in salsa fiorentina contro gli avventurismi di gran parte dell’opposizione, grillini in testa, non sta funzionando come nei primi mesi del Governo Renzi. E se l’idea di rincorrere la protesta rabbiosa di un popolo affetto da un eccesso di assistenzialismo, regalando altri pasti gratis sotto forma di bonus, ha funzionato per un breve periodo; alla lunga è inevitabile che prevalga nel mercato dei consensi chi la spara più grossa nel campo delle promesse al vento. Da questo punto di vista, mi sembra evidente che i famosi 80 euro - per giunta regalati ad una platea elettorale già vicina al Pd e ottenuti spremendo i risparmi investiti degli italiani - non possano competere con la proposta irresponsabile, ma di sicura presa, dei grillini in merito ad un reddito di cittadinanza universale. Sotto questo profilo, il populismo e la demagogia di chi sfrutta senza scrupoli la pubblica credulità dovrebbe essere contrastato sul campo della ragionevolezza, parlando chiaro al Paese e facendo leva sulla capacità degli individui di far di conto.

Al contrario, contrastando lo stesso populismo sul campo dei miracoli, ad ogni tornata elettorale il buon Renzi si troverà costretto a raddoppiare la posta delle balle spaziali, in una sorta di grottesco balletto a chi la spara più grossa e con prospettive elettorali a questo punto piuttosto incerte. Non mi sembra questa la strada per andare in Paradiso.

 


di Claudio Romiti