Il Premier rottamatore è ormai alle corde

giovedì 18 giugno 2015


Dopo l’insuccesso delle elezioni regionali, Matteo Renzi incassa un altro duro colpo con i ballottaggi delle Comunali. Un altro brutto segnale elettorale in cui, secondo “L’Huffington Post”, il Pd del rottamatore è andato peggio della Ditta di Bersani. Oramai, dopo il fuoco di paglia delle Europee, sembra proprio che sul piano dei consensi il trend sia ben poco rassicurante per l’attuale Presidente del Consiglio.

Ovviamente sul tema dell’evidente declino del politico fiorentino si è detto di tutto. Come spesso accade per una sconfitta della Nazionale di calcio, ognuno ha la sua teoria per spiegare il rapido dietrofront elettorale di un renzismo che veniva considerato dilagante. C’è chi se la prende con le difficoltà che il Premier sta incontrando nel settore della scuola, a causa della sua strana riformicchia, o chi chiama in causa le eccessive tensioni con la sempre più agguerrita minoranza Pd.

Ma in realtà, come penso da tempo, questi ed altri elementi specifici - i quali rientrano in una logica normale nel nostro ingovernabile sistema - possono confortare l’impressione di un Premier in seria difficoltà, ma da soli non bastano per giustificare una così fulminea diminuzione di consensi. A mio avviso, visto il diffuso calo del Pd, tutto ciò sembra indicare che ci troviamo di fronte ad una repentina perdita di credibilità da parte di un giovanotto che aveva indotto milioni di persone a credere in un miracoloso cambiamento del Paese. Un cambiamento che Renzi, piuttosto incautamente, aveva promesso a costo zero, come si suol dire. In pratica egli per oltre un anno ha raccontato agli italiani la favola di poter riformare profondamente il sistema, rimettendo in piedi una economia traballante, senza che nessuno ne pagasse il prezzo. In estrema sintesi, il suo messaggio diceva questo: meno tasse e più servizi per tutti, con un sistema pubblico addirittura potenziato nelle sue già enormi competenze.

In altri termini, l’ex sindaco di Firenze, puntando sul logoro paradigma del cosiddetto Governo migliore, ha promesso a destra e a manca che il piombo di uno Stato ladro che costa un occhio della testa e che soffoca lo sviluppo economico si sarebbe trasformato quasi d’incanto nell’oro di un’amministrazione efficiente, finanziariamente molo alleggerita e completamente posta al servizio dello sviluppo del Paese.

Ora, come hanno sperimentato milioni di nostri concittadini, dato che tutto ciò non si è minimamente avverato (e non poteva essere altrimenti, dato che le riforme a costo zero che non scontentato nessuno esistono solo nella fantasia dei grulli), molti di quelli che avevano creduto nel miracolo renziano hanno cominciato a voltare le spalle al giovane rottamatore. Un Renzi che rischia pesantemente di restare vittima di un famoso motto espresso da Abramo Lincoln, secondo cui “è possibile ingannare qualcuno per sempre e molti per un po’ di tempo; ma non si possono ingannare tutti per tutto il tempo”.


di Claudio Romiti