Il futuro di “Vdg”

venerdì 5 giugno 2015


Voglio rivolgere un grazie di cuore a tutti gli amici che si sono impegnati nel test elettorale compiuto in Campania dal Movimento delle Vittime della Giustizia e del Fisco. Non è un ringraziamento formale. Perché so bene quanta passione e quanta fatica chi si è candidato nella nostra lista e chi l’ha sostenuta ha speso in una campagna elettorale condotta nelle condizioni meno favorevoli. La nostra lista non aveva mai partecipato a qualsiasi competizione elettorale. Il nostro marchio era del tutto sconosciuto per la semplice ragione che aveva visto la luce solo quindici giorni prima dell’apertura della campagna. I nostri candidati non avevano alle spalle alcuna esperienza politica tradizionale ma erano esclusivamente espressione dei mondi delle professioni, dell’imprenditoria, della cultura. E, soprattutto, a rendere estremamente difficoltoso l’esperimento elettorale era il contesto in cui doveva essere realizzato. Quello di un territorio dove da sempre (e soprattutto in occasione delle elezioni regionali) il consenso è il frutto di strutture clientelari rigidamente organizzate e profondamente radicate ed il voto d’opinione rappresenta meno del dieci per cento dei suffragi complessivi. Non è un caso che la vittoria di Vincenzo De Luca su Stefano Caldoro sia dipesa dal tesoretto di voti personali, frutto di antiche e nuove clientele, con cui Ciriaco De Mita svolge in ogni competizione regionale il ruolo di ago della bilancia e di dominus incontrastato della partita spostandosi da una parte all’altra e viceversa a seconda delle proprie personali convenienze.

Prima di decidere di partecipare al voto ero perfettamente consapevole dell’esistenza di queste condizioni impossibili. E con me lo erano quanti hanno voluto comunque giocare questa partita. Ma, a dispetto delle difficoltà, abbiamo comunque sfidato la sorte. Non per testarda temerarietà. Ma per verificare se in queste condizioni impossibili ci fosse una qualche possibilità di intercettare in qualche modo una piccola fetta di voto d’opinione. E, soprattutto, per celebrare ufficialmente il battesimo elettorale del Movimento “Vittime della Giustizia e del Fisco” prima di incominciare a dare una dimensione nazionale alla nostra organizzazione.

Il test è stato positivo. Sicuramente poteva avere un risultato migliore. Ma, con i mezzi esigui di cui disponevamo e che ci hanno permesso di concentrare la comunicazione solo nell’ultima parte della campagna elettorale, è stato comunque significativo. Se nel regno delle clientele e delle preferenze militarizzate (la polemica dell’impresentabilità dovrebbe partire dalla denuncia di questi fenomeni) si riesce a conquistare una fetta significativa di quel dieci per cento del voto d’opinione lasciato libero dal consenso condizionato, vuol dire che il tema della difesa dei diritti e delle garanzie dei cittadini contro la malagiustizia e contro il fisco iniquo può conquistare spazi importanti sul territorio nazionale.

Da questa certezza, espressa dal battesimo di fuoco a cui ci siamo sottoposti in Campania, partiamo con l’obiettivo di portare in ogni parte del nostro Paese un messaggio di speranza per tutti quei cittadini che soffrono di una oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica sempre più pesante e brutale.

Nel nuovo scenario politico che si sta delineando è indispensabile marcare la presenza di chi non crede che la legalità si misuri in termini di repressione ma è convinto che la legalità repubblicana sia fondata, come dice la Costituzione, sui diritti, sui doveri e sulle garanzie. Noi vogliamo essere questa presenza! All’interno di un centrodestra rinnovato capace di essere la vera alternativa alla sinistra dello statalismo burocratico e dell’oppressione fiscale e giudiziaria!


di Arturo Diaconale