Il voto transalpino che rimbalza in Italia

mercoledì 25 marzo 2015


È calato il sipario sul primo atto delle elezioni amministrative in Francia. Per avere un quadro definitivo dei futuri assetti locali bisognerà attendere i ballottaggi, la prossima domenica. Tuttavia, è possibile azzardare una prima analisi. La destra dell’Ump di Sarkozy, schierata in coalizione con i centristi dell’Udi, ha vinto ottenendo il 30 per cento dei consensi. Il Front National di Marine le Pen, dato favorito nei sondaggi, ha raccolto un lusinghiero 25,4% dei voti. La sinistra del presidente Hollande ha subito una netta sconfitta, nascosto solo parzialmente dalla quota raggiunta del 21,4%. La nostra stampa si è spesa molto per enfatizzare il fatto che la Le Pen non avesse sfondato. Per la lettura dei risultati i nostri media hanno privilegiato la lente italiana. Al circo mediatico pro-renziano premeva porre in risalto che un voto consegnato a un partito gemello della Lega di Salvini non avrebbe avuto alcuna speranza di governo. Come sempre la verità abita altrove.

Sarkozy ha recuperato in fretta i consensi tradizionali della destra moderata pigiando l’acceleratore su un programma amministrativo molto simile a quello lepenista. La sua campagna elettorale è ruotata intorno ai temi delle politiche securitarie: dall’ordine pubblico allo scandalo dell’immigrazione clandestina. Ciò vuol dire che la destra vince se fa politiche di destra. Tuttavia, l’Ump deve condividere il risultato ottenuto con la forza centrista alleata dell’Udi. Il che riporta il Front National a essere il primo partito di Francia. Marine Le Pen può cantare vittoria perché questo turno elettorale è solo una tappa di un processo che avrà il primo significativo traguardo, tra due anni, nella sfida per la presidenza della Repubblica. Oggi il suo partito registra un successo storico: la conquista di rappresentanti nei consigli dipartimentali. Bisogna considerare che appena all’ultima tornata amministrativa il Fn aveva conseguito un risultato inferiore di oltre 10 punti percentuali. Comunque vadano i ballottaggi è incontrovertibile che la destra di Marine Le Pen sia una realtà che va radicandosi anche territorialmente.

Finora il Front National aveva goduto in prevalenza di un voto di opinione, oggi è chiamato a misurarsi con la gestione degli enti locali. Ciò implica scelte concrete e d’immediato impatto sui cittadini. Vedremo come se la caverà. In questa prova la Lega potrebbe offrirgli qualche buon suggerimento. Resta comunque il fatto che la destra radicale abbia sfondato nelle regioni del nord-est, le quali in passato sono state bacino elettorale della sinistra socialista e comunista. La crisi economica ha colpito duramente le realtà industriali del nord-est determinando un significativo spostamento del voto operaio in direzione dell’opposizione radicale al sistema di potere eurocentrico. Se Sarkozy ha riconquistato la ricca provincia dell’Ovest, la Le Pen entra dalla porta principale nelle cattedrali elettorali della sinistra.

I socialisti, invece, vengono pesantemente ridimensionati. Hanno perso gran parte dei cantoni che avevano conquistato alle scorse elezioni. Il passaggio alle destre del governo dei territori finirà col pesare nella costruzione della campagna per le presidenziali. In concreto, si può dire che l’esito francese confermi una tendenza destinata a ripetersi in altre parti d’Europa: se l’Unione troverà la strada per incrociare stabilmente la ripresa economica l’establishment moderato avrà la possibilità di proseguire nel processo d’integrazione secondo le modalità dettate dal blocco dei paesi forti. Se, invece, terminata la congiuntura favorevole che sta spingendo la produzione industriale si ritornerà alle politiche di ottusa austerity volute dalle Germania, i partiti euroscettici e nazionalisti avranno gioco facile nel prendere la guida dei paesi in maggiore sofferenza. Francia e Italia compresi.

Il voto della scorsa domenica appartiene ai francesi. Nondimeno, i segnali giunti d’oltralpe possono essere colti anche dai partiti italiani. In particolare dal centrodestra che in fatto di chiarezza di idee e di progetti si è trasformato in una torre di Babele.


di Cristofaro Sola