Il grande miracolo chiamato recessione

giovedì 7 agosto 2014


La tanto temuta –per il Governo- rilevazione economica dell’Istat è uscita: nel secondo trimestre 2014 l’Italia è in recessione tecnica con un eclatante – 0,2%. Dunque, un destino cinico e baro sembra aver impedito ai “nuovi” cantastorie che occupano la stanza dei bottoni di compiere il miracolo promesso. Eppure le poche cassandre liberali di questo disgraziatissimo Paese avevano ampiamente previsto questo catastrofico approdo.

Un sistema soffocato da un eccesso di spesa pubblica e di conseguente fiscalità non potrà mai riprendere a crescere in modo significativo se, come sta tentando di fare il cervellone di Palazzo Chigi, si ritiene di incrementare questi due nefasti fattori. D’altro canto, come disse Winston Churchill, "pensare di risollevare una Nazione aumentando le tasse è come pesare di potersi sollevare avendo infilato i propri piedi in un secchio e tirarsi su per il manico". Eppure è ciò che il furibondo ottimismo della volontà pareva voler suggerire ad ogni passo al premier Renzi, famelicamente alla caccia di nuove risorse da redistribuire keynesianamente.

Tra bonus da regalare alla propria base di consenso, nuovi pensionamenti anticipati, quattrini da investire in immaginifici piani di ristrutturazione scolastica ed in altri settori politicamente corretti per il Pd, i vampiri della rottamazione hanno raschiato il fondo di un barile tributario già ampiamente logorato dai loro predecessori. Non curandosi di una tassazione giunta da tempo a livelli insostenibili, l’esecutivo dei miracoli ha ulteriormente massacrato il mattone e il risparmio investito, arrivando ad inventarsi le imposte più assurde, come quella che colpisce telefonini ed altri strumenti con una certa capacità di memoria.

Il risultato tangibile, fotografato dall’Istat, è sotto gli occhi di tutti: un sistema reso economicamente impraticabile da una tassazione feroce che spinge il sistema a comprimere al massimo consumi e investimenti. Ciò, malgrado i surreali annunci di un premier fenomenale sul piano delle chiacchiere, non può che farci incamminare verso una economia di sussistenza, con buona pace di un gettito tributario allargato prevedibilmente in caduta libera.


di Claudio Romiti