Al Premier piace vincere facile

sabato 21 giugno 2014


Osservando la grottesca corsa che si è scatenata nella politica italiota, in cui da ogni parte si tenta di soccorrere il vincitore Matteo Renzi, mi viene in mente una recente pubblicità televisiva del gioco del Lotto, nella quale c’è sempre qualcuno che ama vincere facile. Ed è proprio ciò che sta accadendo al giovane Premier, il quale sta trasformando i suoi recenti successi in una vera marcia trionfale. Persino un personaggio ostico come Beppe Grillo sembra essere stato folgorato sulla via di Damasco, scendendo a patti sulle riforme istituzionali con un uomo che fino a ieri disprezzava, definendolo ebetino.

Tutto questo dimostra che, al netto delle indubbie capacità strategiche e comunicative dell’ex sindaco di Firenze, l’offerta politica alternativa al Partito Democratico di Renzi è fondamentalmente quasi inesistente. Soprattutto a causa della profonda crisi del centrodestra, allo stato attuale non s’intravede all’orizzonte una realtà politica appena credibile per potersi confrontare col nuovismo dilagante espresso dall’attuale Presidente del Consiglio.

D’altro canto, anche se il Movimento Cinque Stelle avesse resistito sulla sua rigida linea del Piave, evitando qualunque contaminazione dialogante coi partiti tradizionali, solo un repentino e irreversibile sfaldamento del sistema socio-economico avrebbe potuto consentire ad esso di sconfiggere sul piano del consenso l’uomo nuovo della sinistra di Governo. Ma in condizioni di relativa stasi, con una Bce che continua a fornire sostegno ai Paesi finanziariamente canaglia come il nostro, l’evidente inadeguatezza dei grillini dal lato della linea programmatica è destinata a farli naufragare nel confronto con un Renzi assai abile e collaudato nel vendere in maniera assai più rassicurante le sue illusioni.

Dunque, in assenza di un rinnovato blocco moderato in grado di mettere al centro le ragioni sempre più frustrate dei ceti produttivi, e con una opposizione grillina sempre più confusa e ondivaga, per ora sul ring della politica vediamo folleggiare un solo, vero pugile e molti inconsistenti sparring partner.

Tuttavia, esaminando l’assenza di misure strutturali in grado di far ripartire sul serio un sistema soffocato da troppe tasse, è assai probabile che alla fine della fiera ad andare knock-out saremo noi italiani, incapaci di esprimere una proposta politica ragionevolmente diversa dalla girandola di annunci e di spot dell’unico competitore in campo.


di Claudio Romiti