Le battaglie false e la guerra di parole

mercoledì 4 giugno 2014


Dopo la guerra di parole col sindacato, il Premier Matteo Renzi sembra averne ingaggiata un’altra analoga con la Rai. In entrambi i casi, data la crescente impopolarità dei soggetti, ciò equivale a sparare sulla Croce rossa. Si continua, dunque, ad alzare il tiro annunciando riforme rivoluzionarie con cadenza frenetica anche dopo il risultato quasi plebiscitario delle elezioni europee.

Ma analizzando nei dettagli i provvedimenti sostanzialmente messi in campo fin qui dall’Esecutivo dei rottamatori, tutto si limita ancora ai famosi 80 euro e ad un’ulteriore rasoiata di tasse sulla casa e sui patrimoni mobiliari. E per questo ci viene il sospetto che, mancando misure di lungo respiro soprattutto sul fronte dei tagli alla spesa pubblica e delle tasse medesime, l’ex sindaco di Firenze affidi quasi tutte le sue fortune future ad una strategia comunicativa incalzante ma priva di un concreto collegamento con la realtà dei fatti.

In questo modo egli potrebbe ancora per qualche tempo lucrare facili consensi nei confronti di un popolo sempre molto suscettibile al fascino degli incantatori di serpenti, cercando poi - nel caso le cose dovessero precipitare sul piano economico e finanziario - di attribuire al comodo capro espiatorio della palude conservatrice la responsabilità degli eventuali fallimenti. Nel frattempo, lo spregiudicato Presidente del Consiglio sembra attenersi in pieno ad una famosa massima napoleonica: “L’armata avanzi, l’intendenza seguirà”.

Ciò, calato nella difficile situazione italiana, sarebbe come dire che prima si annunciano le misure, poi qualcosa succederà. Solo che se alle misure concrete non si mettono le gambe con solidi strumenti legislativi, diradandosi la nube dei grandi polveroni renziani, nulla di importante potrà mai avvenire. Nello specifico, in assenza di una seria riforma in grado di far dimagrire l’imbarazzante carrozzone targato Rai, i proclami resteranno tali e il costosissimo servizio pubblico radiotelevisivo continuerà ad aumentare i propri costi, invocando regolarmente inasprimenti dell’odiatissimo canone. Forse a quel punto a qualche italiano che ha votato Renzi, intravedendo nel giovanotto una sorta di ultima speranza, verrà in mente un’altra massima di un grande personaggio del passato, Abramo Lincoln: “Possiamo ingannare qualcuno per tutto il tempo, molti per un po’ di tempo, ma non possiamo ingannare tutti per tutto il tempo”.

Caro Renzi, forse è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e iniziare a fare sul serio, altrimenti sono guai seri per tutti.


di Claudio Romiti