L’inquietudine: incognita del M5S

martedì 20 maggio 2014


Tra le ragioni che riportato i nostri mercati finanziari in fibrillazione non c’è solo la percezione di un Governo che si muove solo a chiacchiere. A creare molta incertezza sui titoli italiani vi è anche l’incognita politica del Movimento Cinque Stelle.

Mi sembra infatti evidente che la prospettiva, in verità non molto remota, di una decisa affermazione dei grillini alle prossime elezioni europee provocherebbe un vero e proprio terremoto politico, mettendo in serissima discussione il futuro di Matteo Renzi e del suo Esecutivo delle belle speranze. E da questo punto di vista l’appello apparentemente sprezzante espresso dal Premier, ospite di Massimo Giletti, di “votare per chiunque ma non per i buffoni”, segnala una grande inquietudine per una possibile, ulteriore avanzata della cosiddetta anti-politica.

Avanzata che, temiamo decisamente, non potrà essere bloccata con la girandola di promesse e di annunci che ha finora caratterizzato il Governo dei rottamatori. A mio avviso il fenomeno politico dei grillini, il quale sarebbe sbagliato etichettare solo come un voto di protesta, si contrasta con la serietà di una linea politica che faccia appello al senso di responsabilità, o almeno di ciò che resta, degli italiani, spiegando che l’epoca delle vacche grasse è conclusa e che unicamente imponendo sacrifici a tutti, in primis ad uno Stato leviatano che costa troppo in termini di risorse, è possibile “tornar a riveder le stelle”. Al contrario, se si persevera nella catastrofica filosofia di continuare a promettere “pasti gratis” per tutti, così come sta purtroppo facendo l’attuale Presidente del Consiglio, non si fa altro che portare acqua al mulino dei grillini, i quali su questo piano sembrano imbattibili. D’altro canto, quando ci si ostina a raccontare al popolo, per puro tornaconto di bottega, che la politica è una sorta di cornucopia dalla quale è possibile far uscire magicamente risorse da redistribuire, mi sembra evidente che prima o poi lo stesso popolo deciderà di farsi rappresentare da chi accusa la politica tradizionale di non realizzare le sue promesse, proponendone altre ancor più surreali. E da questo punto di vista, risulta assai più attrattivo un pagliaccio che promette un reddito di cittadinanza per tutti, piuttosto che un cantastorie che regala, facendola però pagare a qualcun altro, una mancetta elettorale di 80 euro alla sua base di consenso.

Trovandoci sul terreno delle pure illusioni, è inevitabile che alla fine la spunterà quello che la spara più grossa, soprattutto se si trova ad interpretare il comodo ruolo di oppositore di sistema. I mercati proprio questo hanno cominciato a fiutare. Tra la prospettiva di un Governo che parla e spende ed un’opposizione grillesca che rilancia sul fronte della redistribuzione, gli investitori hanno iniziato prudentemente a tenersi alla larga dal nostro rischio-Paese.


di Claudio Romiti