Sciogliere i nodi o vendere fumo

martedì 11 marzo 2014


Dunque, dopo un paio di settimane di annunci, domani si dovrebbe sciogliere l’enigma del Governo Renzi. Mercoledì vedremo se l’Esecutivo cambierà verso, tanto per usare un’espressione cara al rottamatore, invertendo la direzione del sistema Paese, oppure se anche l’attuale Premier continuerà a vendere fumo, al pari di tanti suoi predecessori. Ma cambiare verso, seppur con tutte le cautele che un regime democratico impone, non può più significare accontentare tutti. Se l’intenzione è quella di dare una scossa all’economia, occorre che nella stanza dei bottoni prevalga il cosiddetto interesse generale, cominciando ad intaccare significativamente il potere di veto delle tante italiche corporazioni, sindacati tradizionali in testa.

Ciò, calato al livello delle misure che l’attuale crisi imporrebbe obbligatoriamente, si traduce in un chiaro indirizzo di Governo che porti ad un forte abbattimento della pressione fiscale attraverso una pari riduzione della spesa pubblica. Qualunque scelta diversa - ad esempio un allentamento della pressione fiscale priva di coperture, o altre folli politiche che determinino un aumento della spesa corrente - non potrebbe che condurre al disastro. Quindi, come ho spesso avuto l’opportunità di scrivere su queste pagine, se il giovane premier fiorentino vuole imporre all’Italia un cambiamento degno di questo nome sarà costretto a scontrarsi con i soci vitalizi di un sistema pubblico che garantisce milioni e milioni di interessi consolidati. Sotto questo profilo, le recenti battute non molto amichevoli che quest’ultimo ha espresso all’indirizzo della Cgil sembrano indicare una certa determinazione a non voler guardare in faccia nessuno.

Tuttavia questo non basta. Quando ci si confronta e si confligge con l’immobilismo statalista e burocratico di un Paese ingessato oltre ogni misura è necessario passare rapidamente dalle parole ai fatti, con la consapevolezza di affrontare tutta una serie di problemi sistemici a dir poco colossali. Conoscendo il livello di cancrena a cui lo Stato burocratico e assistenziale ha condotto il Paese, non nutro molto ottimismo sulle possibilità di Matteo Renzi. Nondimeno, nell’interesse di tutti, spero che qualcosa di positivo possa scaturire dalla sua permanenza a Palazzo Chigi, sebbene - come si suol dire - chi di speranza vive, disperato muore.


di Claudio Romiti