giovedì 14 novembre 2013
I pericolosi comunisti, è noto, hanno il vizio di sopprimere gli avversari (leggasi oppositori) o, quando va meglio a questi ultimi, condurli in “gita premio” in qualche gulag. Il paragone è paradossale, me ne rendo conto, ma non credo che sia più possibile che il Cavaliere - mai così mal consigliato come in questo periodo - continui ad accusare di tradimento chiunque non condivida un qualcosa dell’impostazione politica (?) data al centrodestra, al Pdl-Forza Italia bis.
Non sentendomi personalmente “più realista del re” e, tanto meno, non dovendo dire “grazie” a chicchessia, credo di potermi permettere di scrivere che un siffatto modus operandi ad altro non potrá condurre se non un polo moderato ridotto a percentuali d’accatto. Tra gli attuali componenti dell’entourage del “Capo” c’è anche, ad esempio, colei che non più tardi di cinque anni fa (non lo scorso secolo...) pronunciò parole del tipo: “Le donne per andare in Parlamento lo possono fare solo con me. Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perchè Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali”. Cosa sia accaduto dopo alla signora non è dato sapere…
Su altri preferiamo non proferire parole: dovrebbero essere sufficienti i fatti, le accuse penali e gli insuccessi elettorali per indurli alle irrevocabili dimissioni da ogni incarico e invece… Invece oggi siamo costretti a stare qui a discutere sulla permanenza di Berlusconi sul seggio senatoriale, sui presunti tradimenti, sulla tradita fedeltà. Il tutto mentre il Paese attraversa una crisi senza precedenti, mentre un Esecutivo di “larghe intese” sta tentando di rimettere almeno in moto una macchina piuttosto ingolfata. Ma nonostante questo si continua a leggere che dalle parti del Cav si fanno casting per trovare nuove facce per il futuro politico berlusconiano.
Ecco - non me se ne voglia - ma mi sarebbe piaciuto di più parlare di congressi dai quali fossero scaturiti le nuove teste, i nuovi volti, le nuove proposte programmatiche per il rilancio “della baracca”. L’idea del casting è avvilente. Ma pensare alle riforme liberali in mano ai Razzi, agli Scilipoti, alle Minetti, ai De Gregorio (e chi più ne ha, più ne metta), ai Tarantini, ai Lavitola lo è anche di più.
di Gianluca Perricone