Solo il Cavaliere può frenare il Pd

venerdì 6 settembre 2013


I prossimi due mesi saranno dominati dal dibattito precongressuale del Partito Democratico segnato dal confronto tra il nulla programmatico rappresentato da Matteo Renzi e la nostalgia del berlinguerismo degli anni settanta espressa dai post.-comunisti. Lo scontro interno tra il vuoto del politicamente corretto ben comunicato ed il vecchio fermo ad idee superate ormai da alcuni decenni, verrà presentato nei più diversi modi. Come la resa dei conti tra gli eredi della Dc dossettiana e gli eredi del Pci togliattiano. Come la partita finale tra i fautori del partito leggero carismatico e quelli del partito pesante del secolo passato. Come i giovani e gli anziani, i rottamatori alleati con i riciclati contro i tradizionalisti ed i passatisti. E, magari, per nobilitare la partita, verrà anche rispolverata l'antica distinzione tra riformisti e massimalisti che nella circostanza specifica sarebbe la definizione più sballata di tutte.

Qualunque sarà il taglio che i media daranno alla vicenda è comunque certo che, con Silvio Berlusconi ormai azzoppato dalla persecuzione giudiziaria, la scena politica italiana rischierà di essere occupata integralmente dalla discussione congressuale del Partito Democratico. Al punto, addirittura, da identificare le questioni interne del Pd nella politica del paese cancellando del tutto la presenza di forze politiche diverse dalle componenti interne del partito guidato temporaneamente da Guglielmo Epifani. Naturalmente queste forze politiche diverse dal Pd non svaniranno . La Lega celebrerà il proprio congresso e sceglierà il nuovo segretario destinato a succedere a Roberto Maroni. La nuova Forza Italia prenderà probabilmente forma anche se i suoi dirigenti saranno sempre di più impegnati nella difesa personale del Cavaliere. Scelta Civica si dividerà definitivamente tra quelli disposti a salire sul carro del presunto vincitore Renzi e quelli decisi a tentare di fare le scarpe a Berlusconi per prendere il suo posto al vertice dello schieramento moderato.

E sul versante della destra i tentativi di riesumare Alleanza Nazionale fatti dagli orfani sciolti ed a pacchetti ( piccoli) del partito un tempo di Gianfranco Fini continueranno a scontrarsi con l'ovvio tentativo di Fratelli d'Italia di egemonizzare l'eventuale rifondazione. Nessuno di queste vicende riuscirà a bilanciare il clamore mediatico che accompagnerà il congresso del Pd. E quando arriverà il momento del ritorno alle elezioni, che con ogni probabilità scatterà nella primavera del prossimo anno, la sinistra dominatrice della scena avrà molte più possibilità di uscire vincitrice dal voto rispetto a concorrenti oscurati dai media e tra loro segnati dalle solite divisioni. Questa prospettiva può essere modificata e ribaltata dal solo Berlusconi . Cioè dall'unico leader in grado di riportare la logica bipolare ed il confronto bilanciato tra schieramenti alternativi in un paese che rischia di scivolare verso il monopartitismo autoritario. Per farlo il Cavaliere non deve far altro che lanciare il progetto dell'area grande della maggioranza silenziosa e moderata. Cioè convincersi che a condannato non deve solo subire la pena ma può e deve continuare a fare politica,l'unico modo per non fare la fine di Bettino Craxi!


di Arturo Diaconale