sabato 8 giugno 2013
La conquista della Presidenza della Commissione di Vigilanza Rai da parte dell'esponente di Cinque Stelle Roberto Fico fa venire in mente l'ironica domanda che Palmiro Togliatti fece a Giancarlo Pajetta al termine della telefonata in cui il suo giovane compagno gli aveva annunciato trionfante di aver occupato con i partigiani della “Volante rossa” la prefettura di Milano. «E adesso che ci fate?». Già, ora che Fico si è installato al vertice della commissione parlamentare che ha il compito di vigilare sul servizio pubblico radiotelevisivo che ci fa? Quale attività riuscirà a svolgere ? L'iniziale dichiarazione d'intenti dell'esponente grillino non ha fornito una grande indicazione in proposito.
Fico, comportandosi da Pajetta giovane ed inesperto, ha annunciato trionfante che il suo sforzo principale sarà di liberare la Rai dalla politica. Il ché non è soltanto una scontata banalità ma anche una contraddizione in termini in quanto pronunciata dal Presidente dell'organo parlamentare a cui la legge impone di esercitare il controllo politico dell'attività di Viale Mazzini. Può essere che con la sua dichiarazione Fico volesse annunciare la sua volontà di cambiare la legge Gasparri. Ma che bisogno c'era di battersi per la conquista della Presidenza della Commissione di Vigilanza quando la battaglia per la modifica della Gasparri la poteva tranquillamente svolgere in Parlamento insieme con il proprio gruppo? Entrare nella Vigilanza e pretenderne la guida, in realtà, comporta una adesione piena alla spirito ed alla lettera della legge che si vorrebbe cambiare pretendendo di cacciare la politica dalla Rai. Fico, come è stato più volte preannunciato da Beppe Grillo, si sforzerà di compiere l'esatto contrario di quanto comunicato esercitando una massima a azione di vigilanza sul servizio pubblico. Cioè eserciterà uno stretto e serrato controllo politico su Viale Mazzini comportandosi, almeno da un punto di vista generale, sulla falsariga di tutti i suoi predecessori alla guida della commissione.
Quale discontinuità rispetto al passato, allora, la presidenza grillina della Vigilanza avrà la possibilità di determinare visto che rispetto alla legge Gasparri non produrrà alcuna rottura ma solo la piena applicazione? Grillo dice che da San Macuto il giovane Fico potrà fare le bucce agli stipendi dei conduttori e promuovere il rinnovamento dei talk-show politici a cui i grillini hanno il divieto di partecipare. È poco? È tanto? In realtà è il programma iniziale di tutti quelli che si sono succeduti al vertice della Commissione e che, nel corso dei decenni, ha prodotto solo ondate di lottizzazioni successive. Quelle che in Rai si stratificano come le ere geologiche e che hanno portato nel corso del tempo alla edificazione dell'attuale esempio del più gigantesco ed inutile mastodonte burocratico-assistenziale del sistema pubblico italiano.
Gli esperti del settore, delle specie di geologi delle lottizzazioni Rai, riconoscono le stratificazioni che risalgono alle infinite ere della Prima Repubblica, che si sono progressivamente arricchite delle tantissime della Seconda e che nella fase più recente hanno addirittura assunto la forma, denunciata nei giorni scorsi da Augusto Minzolini, della stratificazione formata dagli amici personali del direttore generale nominato dal governo tecnico e che viene denominata la “stratificazione Gubitosi”. Dopo quelle del passato remoto e più recente avremo, dunque, anche la stratificazione grillina? Magari sotto forma di qualche nuova conduttrice di coscia lunga e di piccola virtù? La speranza, ovviamente, è che Fico si limiti ad esercitare il controllo politico e rinunci alla propria fetta di lottizzazione. Vedremo. Ma si tratta di una speranza molto esigua. Più che altro un pio desiderio quasi irrealizzabile. Sempre che Fico non si metta in testa di smantellare il mastodonte. Ma di questo, significativamente, non ne ha affatto parlato.
di Arturo Diaconale