Il gioco sporco degli anti-presidenzialisti

martedì 4 giugno 2013


Al primo punto del programma di riforme proposto da “La comunità de L'Opinione” c'è la riforma della Costituzione con il passaggio dal sistema parlamentare al sistema presidenziale. Per questo motivo l'associazione ha aderito alla iniziativa lanciata dal costituzionalista Giovanni Guzzetta diretta a raccogliere le firme necessarie alla presentazione di una proposta di legge d'iniziativa popolare diretta ad introdurre nel nostro paese il semipresidenzialismo applicato in Francia da Charles De Gaulle.

Fino ad ora tutti i tentativi di riforma istituzionale in senso presidenziale si sono scontrati con resistenze talmente forti da provocare il fallimento politico e personale di chiunque si sia impegnato in questa direzione. Basti ricordare la sorte riservata ad un personaggio come Randolfo Pacciardi, trasformato da leggendario combattente antifascista della guerra di Spagna e leader del Partito repubblicano erede della tradizione mazziniana in un pericoloso neo-fascista pronto a qualsiasi avventura antidemocratica e golpista. Per non parlare del tragico destino riservato a leader socialista Bettino Craxi colpevole di avventurismo autoritario per aver sostenuto all'inizio degli anni '80 la necessità di modernizzare il paese attraverso la grande riforma presidenzialista. Ora, però, dopo la scomparsa della Prima Repubblica e la cattiva prova della Seconda, sembrano esserci condizioni diverse. A spingere nella direzione della riforma presidenziale non ci sono solo i sostenitori da sempre della necessità di inserire nella democrazia rappresentativa l'elezione diretta del Capo dello Stato. Per la prima volta nel secondo dopoguerra, l'idea di modernizzare la Carta Costituzionale attribuendo poteri esecutivi al Presidente della Repubblica sull'esempio delle democrazie più avanzate ha trovato consensi anche nello schieramento che fino ad ora si era opposto tenacemente ad un simile progetto.

In particolare , all'interno del Partito Democratico alcuni esponenti collocati su posizioni riformiste si sono espressi in favore del semipresidenzialismo alla francese. Ed anche il nuovo segretario del partito, Guglielmo Epifani, ha manifestato interesse e disponibilità ad affrontare il tema della riforma istituzionale in senso presidenziale. La consapevolezza che mai ci siano state condizioni migliori di quelle attuali per la modifica della Costituzione non deve, però, far pensare che la strada verso il presidenzialismo sia ormai in discesa. Il fronte della conservazione è sempre molto forte. E proprio perché avverte che oggi il cambiamento potrebbe essere effettivamente realizzato, diventa combattivo, aggressivo, intransigente. La tesi dietro cui di arrocca stabilisce che la Costituzione può essere corretta e ritoccata ma non può essere cambiata. Cioè si possono ipotizzare ritocchi quali la cancellazione del bicameralismo perfetto e la trasformazione del Senato in assemblea dei rappresentanti delle autonomie regionali. Ma non si può neppure prendere in considerazione l'ipotesi di cambiare la Costituzione togliendo al parlamento il compito di eleggere il Presidente della Repubblica ed assegnandolo direttamente al corpo elettorale.

Secondo questa tesi,in sostanza, i ritocchi sarebbero legittimi, il cambiamento sarebbe invece un atto addirittura eversivo da perseguire penalmente come un vero e proprio attentato alla Costituzione. Chi parte nella campagna per la riforma istituzionale in senso presidenziale deve , quindi, sapere che il fronte della conservazione non si limiterà a reagire con la solita arma della criminalizzazione politica dei propri avversari ma non esiterà a giocare la carta dell'uso politico e strumentale dell'azione giudiziaria per fermare la spinta alla modernizzazione delle istituzioni e del paese. I difensori degli interessi delle caste giocheranno duro e sporco. Perché consapevoli che la sconfitta è possibile . Renderla concreta, malgrado tutto, è il compito di chi non ha privilegi da salvaguardare ma solo la rinascita del paese da perseguire.


di Arturo Diaconale