Sinistre illusioni a cinque stelle

sabato 30 marzo 2013


La diretta streaming dell'incontro tra Bersani e i grillini ha mostrato in modo impietoso i limiti politici e culturali di un uomo che tutto aveva puntato sul concetto di usato sicuro. Convinto di vincere nettamente le elezioni semplicemente riesumando la vecchia alleanza con la sinistra radicale, dopo aver sconfitto Renzi nelle primarie dell'apparato e della conservazione, si è improvvisato campione del cambiamento nel vano tentativo di coinvolgere nella sua folle linea di governo il M5S. Tutto ciò senza considerare che la ragione sociale di Grillo & company si fonda sull'obiettivo, ribadito con forza anche dai banchi del Parlamento, di rottamare in blocco l'intera classe politica professionale. Dunque appariva a tutti scontato, tranne a Bersani e a suoi forsennati giovani turchi, che il non partito del comico ligure mai avrebbe decretato la sua rapida dissoluzione consentendo in qualche modo la nascita del primo esecutivo Bersani.

Tanto è vero che, al di là delle inevitabili differenziazioni interne, la compattezza dei grillini appare granitica nel proporre un loro governo come alternativa per uscire dall'attuale stallo. Una linea che se per ora in molti non hanno difficoltà a considerare poco più che una provocazione, nel caso di una possibile ulteriore avanzata elettorale di tale movimento essa potrebbe divenire una concreta realtà. Una realtà che, soprattutto in considerazione delle tragiche condizioni della nostra economia, a mio parere manderebbe l'intero Paese a sbattere a folle velocità contro un muro. È sufficiente, a mio parere, osservare il comportamento della capogruppo alla Camera Lombardi per rendersene conto appieno. Infatti, assai più convinta del suo collega del Senato Crimi sulle sorti certe e progressive del M5S -il quale sembra un tantino più riflessivo della media dei grillini- costei sembra animata da un tale furore antipolitico e da una incrollabile sicurezza circa le virtù del cittadino comune che non sembra aspettare altro che decretare il soviet supremo degli uomini della strada, come se i politici che si sono finora alternati nelle varie stanze dei bottoni provenissero da Marte.

Basterebbe solo questa considerazione per comprendere l'incredibile miopia di Bersani nel non arrivare a comprendere che nessuna trattativa poteva essere intavolata con un nuova forza politica che, ci piaccia o meno, è diventata un collettore per le forme più deteriori e distruttive di qualunquismo. Ed è per questo, nella speranza che si organizzi una offerta politica assai più responsabile di quella proposta da Grillo e Casaleggio, che sembra arrivato tempo del vero rinnovamento anche per il Partito democratico, iniziando a rottamare un gruppo dirigente che sembra aver fatto di tutto per consegnare alle forze dell'antipolitica il destino del Paese. Dopo una simile sequela di sconfitte e fallimenti sarebbe infatti ben strano che Bersani ed i suoi nono fossere gentilemente invitati a passare la mano. Ma oramai siamo abituati a tutto. Staremo a vedere.


di Claudio Romiti