Il Pd s'illude sulla campagna acquisti

giovedì 21 febbraio 2013


Pierluigi Bersani ed i dirigenti del Pd sono convinti che dopo le elezioni non avranno alcuna difficoltà a lanciare una sorta di campagna acquisti tra i neo-parlamentari di Beppe Grillo. E sembrano assolutamente certi che la loro azione di questua tra i grillini avrà comunque un buon esito visto che gran parte dei seguaci del comico genovese vengono dalla sinistra extraparlamentare e sono naturalmente aperti ai richiami della foresta provenienti dagli eredi del vecchio partito comunista. Le due previsioni sono sicuramente fondate. I dirigenti del Pd vengono da una scuola che da sempre è abituata a dividere, frazionare e polverizzare con le buone e con le cattive le formazioni politiche che si pongono in posizione concorrente sul versante dell'ultrasinistra. Per cui è facile immaginare che subito dopo le elezioni non perderanno un solo istante nell'avviare la prevista e scontata azione di acquisizione di tutti i grillini disposti a diventare degli Scilipoti di segno contrario all'originale.

Ma se pensano di compiere una sorta di marcia trionfale distribuendo a destra ed a manca qualche posto di sottogoverno e raccogliendo manciate di transfughi disposti a tradire di buon grado Grillo si illudono pericolosamente. Perché il demagogo genovese non spunta come un fungo improvviso nel sottobosco dell'antipolitica. È la punta dell'iceberg di un fenomeno che è stata creato, favorito ed alimentato da anni ed anni di predicazione compiuto dai principali media del paese, dai più famosi esponenti del mondo culturale egemone nella società italiana e, curiosamente, da buona parte della classe dirigente dominante, compresi alcuni tra i massimi vertici istituzionali. Ed un fenomeno del genere, cresciuto a dismisura nell'anno del governo tecnico che ha dato il colpo di delegittimazione finale alla vecchia classe politica, difficilmente si lascerà assorbire e disinnescare dai tentativi di corruzione fatti da vecchi politicanti sulla base di schemi e meccanismi ormai obsoleti e squalificati. Questo non perché i grillini siano portato di una morale nuova o debbano essere considerati impermeabili alle tentazioni corruttive.

La natura umana è debole anche tra i seguaci di Grillo. Ma perché, più semplicemente, gli esponenti del Movimento Cinque Stelle si stanno lentamente convincendo di poter tranquillamente resistere alle offerte dei piatti di lenticchie per poter puntare apertamente e tranquillamente al banchetto complessivo. La storia, si sa , non si ripete. Ma alle volte presenta delle assonanze significative. Qualcuno ricorda le ondate di antiparlamentarismo scattate alla fine dell'Ottocento ed andate avanti in un crescendo continuo per tutti i primi vent'anni del Novecento? Il risultato di quelle campagne nate da esigenze di pulizia e moralità sacrosante ma spesso degenerale in moralismo strumentale acuito dalla crisi epocale della prima guerra mondiale, fu l'avvento dell'autoritarismo fascista. Che qualcuno inizialmente pensava di cavalcare per poi rimettere in riga a colpi di poltrone e posti di sottogoverno ma che sfuggì rapidamente di mano agli apprendisti stregoni dell'epoca. Nessuno , ovviamente, si sogna di paragonare il grillismo al fascismo .

Ma l'occasione di fare banchetto pieno che gli apprendisti stregoni di oggi hanno offerto al comico genovese è simile all'occasione data a suo tempo al maestro di Predappio. E non è affatto irrealistico pensare che Grillo ed i grillini non abbiano l'intenzione o non sappiano sfruttare il momento favorevole graziosamente offerto loro dagli illusi e dai presuntuosi. Certo, si potrà sempre tirare in ballo Marx e sostenere che quando la storia si ripete il dramma si trasforma in farsa. Ma ci sarà poco da ridere se Grillo diventerà il dominus della vita pubblica italiana convincendo i suoi a preferire il banchetto grande alle briciole degli Scilipoti alla rovescia.


di Arturo Diaconale