Editoria, crolla la pubblicitá

domenica 20 gennaio 2013


La crisi economica abbatte la pubblicità. Il crollo della pubblicità porta in rosso i ricavi dell’editoria. Sono stati resi noti i dati dell’accertamento diffusione stampa (Ads) da parte della Federazione editori dai quali risulta che i dieci giornali più venduti in Italia non raggiungono i due milioni e trecento mila copie al giorno. Se ci mettiamo le vendite degli altri 60-70 quotidiani regionali e locali si supera appena i due milioni e mezzo di copie. Una miseria. Da tempo sono analizzate le cause della scarsa diffusione dei giornali in Italia: una cattiva distribuzione (la resa è molto alta), scarsi abbonamenti anche a causa dei ritardi con i quali arriva a casa la posta, propensione quasi nulla dei giovani ad acquistare un quotidiano preferendo i siti web, non tirare fuori dalla tasche un euro al giorno, mancanza o quasi di quotidiani popolari come in Inghilterra e Usa che usano un linguaggio più facile di lettura, basso livello di leggibilità e comprensione da parte del lettore che si trova davanti paginate e paginate di politica e incomprensibili articoli sull’economia.

Ridimensionati anche i quattro quotidiani sportivi che messi insieme superano appena le 619mila copie vendute al giorno, che crescono il lunedì. Dalle analisi mensili dell’Ads emerge la necessità che i quotidiani del post Internet devono riposizionarsi e superare il ritardo negli investimenti in tecnologie e digitale. I bilanci in qualche modo reggono solo grazie ai ricavi supplementari generati dai mezzi collaterali (web, inserti, libri). Per avere un quadro completo della situazione occorre tener conto delle vendite in edicola, di quelle realizzate con altri canali e degli abbonamenti (in verità pochi per tutti). Il metodo utilizzato da Repubblica per accreditarsi come primo giornale non è esatto.

Il Corriere della sera, diretto da Ferruccio de Bortoli, resta il quotidiano più venduto con 396.069 copie che costituisce la somma di 306.828 copie vendute in edicola, più 82.294 di canali diversi e 6.947 abbonati. Il quotidiano di via Solferino aveva subito una contrazione di circa il 2 per cento nei mesi di settembre e ottobre. La Repubblica di Ezio Mauro risale a 357.811 copie vendute, rappresentate da 340.039 di vendite in edicola (più del Corsera), da 13.556 di canali diversi e da 4.276 abbonati. Niente sorpasso,quindi, sul rivale. La forbice tra i due principali quotidiani italiani resta a vantaggio di Milano. Al terzo posto troviamo il giornale economico della Confindustria ora diretto da Roberto Napoletano che ha toccato a novembre la cifra di 250.556 copie vendute.


di Sergio Menicucci