sabato 17 novembre 2012
Ma perché prendere per i fondelli gli italiani costringendoli a partecipare ad una tornata elettorale che comunque non servirà a nulla visto che il treno dei tecnici e dell’austerità recessiva deve comunque andare nella direzione fissata dall’Alto e condivisa dal Colle ?
Questo interrogativo non è affatto ironico e scherzoso. È, al contrario, profondamente drammatico. Perché in nome del bene comune e all’insegna della necessità di non consentire che il paese possa collocarsi fuori del contesto internazionale, l’attuale Capo dello stato sta ripetendo la stessa azione di picconamento del sistema democratico che la forza politica in cui Napolitano ha militato da sempre aveva a suo tempo denunciato in maniera fin troppo eclatante e decisa.
Naturalmente i modi sono diversi. Ma la sostanza è la stessa. Cossiga picconava. Napolitano martella. C’è chi dice che le picconate e le martellate sono sempre meglio delle trame oscure di Oscar Luigi Scalfaro. Ma non sarà il caso di incominciare a rilevare che picconate, martellate e trame vengono sempre dal vertice supremo delle istituzioni e sono dirette contro le istituzioni stesse? E che alla lunga questa azione farà pure piacere alle autorità sovranazionali ma tende a smantellare la democrazia italiana?Sarà pure vero che la Casa Bianca di Barack Obama, le istituzioni finanziarie internazionali e le principali cancellerie europee si aspettino che al governo tecnico di Mario Monti subentri un altro governo tecnico sempre guidato da Mario Monti. Ma l’accidente delle elezioni di fine legislatura non è evitabile. In democrazia, come sanno Obama e le cancellerie, funziona così. Ogni quattro o cinque anni, a seconda delle Costituzioni, il popolo sovrano è chiamato a scegliere i suoi rappresentanti. Il ché può dispiacere o può anche irritare. Ma non può essere in ogni caso evitato. Ora capita nel nostro paese che, per venire incontro alle richieste, sollecitazioni ed esigenze della Casa Bianca, delle istituzioni finanziarie internazionali e delle cancellerie europee e nella convinzione di perseguire il bene della comunità nazionale, il nostro attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si sia messo in testa che l’accidente delle elezioni, pur non essendo aggirabile, non debba e non possa rappresentare un intralcio alle volontà sovranazionali di cui sopra. L’intenzione è apprezzabile. Napolitano teme che per ingenua insipienza il corpo elettorale possa far deragliare il treno-Italia dai binari in cui è stato posto dalle autorità superiori. E, così come ha fatto quando ha deciso di forzare la mano alla politica nazionale trasformando un austero professore in un senatore a vita presidente del Consiglio di un governo di tecnici mai passati al vaglio della volontà popolare, adesso vuole perseguire il bene comune e scongiurare eventuali forsennatezze da parte di quegli sconsiderati degli italiani favorendo, con la sua autorità morale e la sua antica esperienza politica, il destino fissato dai superiori comandi internazionali. Cioè creando ed imponendo le condizioni affinché Monti succeda a se stesso ed il treno-Italia continui a viaggiare tranquillamente e senza scarti o deragliamenti di sorta lungo i binari dell’austerità recessiva voluti nell’Olimpo degli dei internazionali. Di qui le indicazioni sulle date delle elezioni e soprattutto l’insistenza per il ritorno ad una legge elettorale di tipo proporzionale che dovrebbe creare le condizioni per la conferma della governabilità dei tecnici fondata sulla ingovernabilità dei politici.
La buona fede ed i buoni propositi del presidente della Repubblica non sono minimamente in discussione.
di Arturo Diaconale