Le vittime delle stragi e quelle dell'ipocrisia

martedì 17 aprile 2012


Fatevene una ragione: il doppio stato, le doppie stragi, le doppie bombe e tutte le possibili varianti ideologiche e complottistiche che da quel maledetto 12 dicembre 1969 in poi perseguitano il nostro immaginario, non avranno mai una conferma. Né giudiziaria, né storica. Indagini nate nel segno dell'ideologia per tentare a suo tempo di incastrare l'odiato avversario politico e ideologico filo americano nell'epoca della guerra fredda con l'unico scopo di farlo passare da stragista delle povera gente, "mentre noi che siamo comunisti sì che la gente la amiamo". Ma che non sono potute approdare a nessuna certezza. 

Anzi hanno scaturito il paradossale effetto di fare assolvere pure persone su cui gravavano sospetti non lievi. Gli unici che si sono riusciti a incastrare, ingiustamente, sono Mambro e Fioravanti per la strage di Bologna. Che invece probabilmente fu una strage per caso, con esplosivo in transito per i palestinesi. Se non fu una vendetta di Gheddafi. Ora quello che una persona realista e onesta intellettualmente si domanda è che senso abbia continuare a bombardare di ipocrite aspettative, l'opinione pubblica.

La verità storica e giudiziaria non si saprà mai. Non solo perché quelle inchieste nacquero in maniera disordinata già dai primi giorni. Non solo per i depistaggi incrociati delle forze politiche e dei poteri più o meno occulti in campo. Ma anche perché la giustizia italiana fa orrore oggi come lo faceva cinquanta anni fa. E se un processo dura trenta o quaranta anni, se una inchiesta viene continuamente riaperta a decenni di distanza sulla parola di pentiti interessati, e a volte finanziati ad hoc cosa ci si aspetta? A chi si vuole dare la colpa? Penose poi le interviste dei vari esperti di complemento, come quelle ai membri o allo stesso presidente della ex Commissione stragi. Tutti convinti, citando a sproposito Pasolini, di «sapere la verità». Ma quale? Quella che fa comodo al loro partito? Alla loro visione ideologica della società?

«A quaranta anni dalla strage non ci sono colpevoli per piazza della Loggia». Già, e che notizia è? Più passa il tempo più le disgrazie tendono a scivolare nell'oblio. I figli delle vittime ormai raccontano ai nipoti cosa credono sia successo. Come si fa a chiedere giustizia condannando un paio di ex ordinovisti che hanno ormai raggiunto l'età secondo cui in carcere per legge neppure ci si dovrebbe transitare? O la consolazione è condannare i morti come il principe Borghese?

O il vero scopo è coprire di infamia i vari Saragat e Rumor facendoli passare per golpisti? O gli anarchici dipingendoli come infiltrati dai fascisti senza distinzione? Il consiglio di chi scrive è cinico ma realistico: pensiamo a queste stragi senza colpevoli, o con colpevoli di repertorio, come alle disgrazie. E i parenti dei morti si rassegnino come le vittime di un terremoto di tanti anni fa. Tanto la geremiade ideologica, il "io lo avevo sempre saputo", continua a non servire a niente dopo tutti questi anni. Quando si cerca un colpevole a tema purchè sia, l'errore giudiziario lo si deve mettere in conto. E dopo mezzo secolo chi dice di sapere la verità è un truffatore.


di Dimitri Buffa