giovedì 18 dicembre 2025
Al via l’ultimo capitolo della Exit Strategy di Exor dal Belpaese
Ogni giorno che passa John Elkann appare un po’ più distante dall’Italia. L’imponente campagna di dismissione che sta interessando i principali asset di famiglia e i contestuali investimenti realizzati negli Usa dal fondo Lingotto di Exor rappresentano infatti un evidente segnale di come il rampollo di casa Agnelli sia ormai completamente proiettato altrove. Oltreoceano precisamente, in quella New York che gli diede i natali nell’aprile del 1976 e con cui l’ad di Exor ha sempre conservato un legame assai profondo che, peraltro, si sta ulteriormente rinsaldando nel corso delle ultime settimane. Proprio negli Stati Uniti, Stellantis realizzerà infatti un maxi piano di investimenti dell’ammontare di ben 13 miliardi di dollari, il più importante in assoluto nella storia del gruppo nato nel 2021 dalla fusione di Psa e Fca.
Di più: soltanto nell’ultimo anno il fondo Lingotto, veicolo finanziario della holding degli Elkann-Agnelli, ha realizzato investimenti per oltre 5 miliardi di euro in 36 aziende quotate a Wall Street, tra cui spiccano i nomi di Paramount, Microsoft, Amazon, Uber, di aziende farmaceutiche come Teva e Moderna, e persino di concorrenti di Stellantis come Tesla. Senza dimenticare, inoltre, i rapporti sempre più intensi con l’Amministrazione americana e con il presidente Donald Trump, la cui cerimonia di inaugurazione, lo scorso gennaio, fu finanziata, tra gli altri, anche dallo stesso John Elkann, che per l’occasione elargì per la causa del tycoon statunitense una donazione di un milione di dollari. Nel frattempo, in Italia, per l’ad di Exor permangono irrisolte le grane giudiziarie. Nelle scorse ore, il gip del Tribunale di Torino ha ordinato alla Procura del capoluogo piemontese di formulare l’imputazione coatta nei confronti dell’erede di Gianni Agnelli, che, pertanto, adesso rischia seriamente di finire a processo con l’accusa di frode fiscale. Un motivo in più per il nipote dell’Avvocato per accelerare il processo di liquidazione degli asset detenuti nel Belpaese e intraprendere convintamente la via delle Americhe.
In tal senso, a fare da apripista e inaugurare l’ultimo capitolo della Exit Strategy di Elkann dal Belpaese è stata la cessione del gruppo Iveco agli indiani da Tata Motors, formalizzata proprio nelle scorse settimane per 3,8 miliardi di euro. Imminente appare ormai anche la liquidazione dell’intero Gruppo editoriale Gedi, che comprende, tra gli altri, i quotidiani La Stampa e La Repubblica e i canali radio nazionali, Radio Deejay, Radio Capital e Radio m2o, ai greci di Antenna Group. In corso d’opera, almeno stando ai rumors delle ultime ore, ci sarebbero anche dei colloqui per un’eventuale cessione del 65,4 per cento del capitale sociale della Juventus (l’intera in quota di partecipazione attualmente detenuta da Exor) a Tether Investments, il gigante delle criptovalute, già azionista della società bianconera con l’11,527 per cento. Insomma, gli indizi che condurrebbero il rampollo della dinastia Agnelli direttamente Oltreoceano sembrerebbero esserci proprio tutti: importanti disinvestimenti (anche strategici) in Italia, investimenti sempre più ingenti negli Usa, rapporti intensificati con l’Amministrazione americana, senza trascurare i guai giudiziari nel Belpaese e un rapporto con l’opinione pubblica italiana ormai ridotto ai minimi termini. Quanto basta per spingere definitivamente John Elkann dall’altra parte dell’Atlantico.
di Salvatore Di Bartolo