#Albait. Tasse, spopolamento italiano e b&b

venerdì 24 ottobre 2025


La finanziaria è stata impostata. Il tentativo del governo è quello di dare sollievo alla classe media. Per questo è stata introdotta una riduzione dell’aliquota Irpef dello scaglione fino a cinquantamila euro. Il beneficio va soprattutto ai lavoratori dipendenti. Le partite Iva che girano attorno a quelle cifre sono assoggettate al regime forfettario e non avranno alcun beneficio.

Posto che una riduzione della pressione fiscale è sempre una buona notizia, i conti bisogna farli sul totale, non sul regime di una categoria.

La pressione fiscale complessiva aumenta

E il saldo finale è di inasprimento della pressione fiscale. Le entrate dello Stato aumenteranno.

Dal punto di vista macroeconomico, se le entrate dello Stato aumentano, la quantità di reddito disponibile diminuisce. È ovvio.

E quelli che l’on. Luigi Marattin ha definito nell’audizione del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la locomotiva d’Italia sono comunque esclusi dai benefici della riduzione della pressione fiscale. Se passasse l’emendamento Marattin, si darà un sollievo di ottanta euro al mese a chi ne guadagna sessantamila. Nel resto del Paese, oltre la metà della popolazione non ha reddito sufficiente per pagare le tasse e la restante metà non riesce a pagare tutto e si ritrova con ulteriore pressione fiscale.

Certo, c’è una quota di furbi, molto minoritaria. Ma sono soggetti che portano il denaro all’estero.

Gli schiavi del fisco e i b&b

Chi sta in Italia, non riesce a tenere testa a tasse e imprevisti. Basta una diagnosi medica, una distrazione, e la vita di ognuno di noi può entrare in un gorgo di rovina. Il governo sta per rendere esemplare la storia con la persecuzione delle case vacanza. Negli ultimi dieci anni è stato un crescendo costante. Le aliquote, gli oneri, gli obblighi tutti in aumento. Risultato: i ricavi reali sulle case si sono azzerati, come ha spiegato proprio ieri un comunicato di Mec e Socialdemocrazia Sd. La ragione di questa scelta suicida per il turismo italiano è nell’ossessione fiscale.

Prelievo fiscale e oneri in crescita

In pochi anni, b&b e case vacanze hanno visto crescere il prelievo fino a quasi metà degli introiti, con le spese tutte a carico del proprietario dell’immobile. L’ulteriore aumento di fatto del 5 per cento del prelievo fiscale azzera gli introiti della stragrande maggioranza delle case in affitto. Inutile dire che l’aumento valga solo per chi affitta attraverso i portali web. Se non lo fai, non affitti.

Un milione di posti letto in meno

Dalla sera alla mattina, almeno la metà dei b&b e delle case vacanze dovranno chiudere. Quelli che resteranno, aumenteranno i prezzi. Già nell’ultimo anno, nelle grandi città l’aumento del prezzo delle stanze ha superato largamente il 20 per cento. Un altro taglio progressivo del 50 per cento delle strutture alloggiative sarà un colpo madornale inferto al settore turistico. Con una sola finanziaria, l’Italia potrebbe perdere fino a un milione di posti letto per accoglienza turistica. Ora, so bene che per molte classi di economia politica questa affermazione potrebbe risultare sorprendente, ma è l’offerta che rende possibile la domanda.

Un milione di posti letto in meno possono avere un impatto pari a centottanta milioni di giornate turistiche. Circa un terzo delle giornate turistiche italiane. Senza i posti letto dello scorso anno, entrerà in crisi l’intera filiera turistica. Gli alberghi non sono in grado di sostenere i flussi turistici.

A rischio centomila famiglie                                                                         

Dal punto di vista sociale, non meno di centomila famiglie italiane non avranno più una struttura turistica minima che tenga in piedi i loro bilanci. La metà di loro vive in aree dove non ci sono alternative, specie nel Sud e nelle aree del nord de industrializzate. I servizi turistici aggiuntivi sarebbero spazzati via per oltre la metà. Ristoranti, bar, lidi balneari dovrebbero mettere in conto una flessione dei loro bilanci almeno del 20 per cento. Una catastrofe.

I centri storici desolati

Le città migliorerebbero? Nemmeno per idea.

I centri storici sono stati rivitalizzati dai b&b e dalle case vacanze. I centri di Roma, di Milano, di Torino, di Palermo, di Bari o di Napoli erano spettrali la sera. Oggi sono pieni di vita e persino di qualche supermercato. La retorica della distruzione della vita quotidiana a causa dei b&b è la solita sciocchezza di chi è convinto che gli ingorghi sono creati dai vigili urbani. La confusione tra causa ed effetto infligge anche al governo un colpo fenomenale.

Fermare la fuga dall’Italia e la denatalità

Non possiamo lasciar correre la persecuzione dei b&b. Se lo facessimo, daremmo nuovo impulso alla fuga dall’Italia e alla denatalità. Nel Sud Italia, dove le cinque regioni arrancano in coda alla classifica del pil pro capite, non meno di nuovi centomila migranti saluteranno non meno di altri duecentomila senza lavoro. Certo, senza il poco denaro che può dare il turismo, uno dei settori a più basso valore aggiunto, le giovani coppie non faranno più figli.

Il governo si fermi. Allenti la pressione fiscale sui b&b. Sono il più formidabile ammortizzatore sociale esistente, in attesa di ottenere un fisco più attento alle curve di indifferenza sui saldi di bilancio dello Stato e al risparmio nella spesa. Nel frattempo, liberiamo la capacità di produzione degli italiani.


di Claudio Mec Melchiorre