lunedì 22 settembre 2025
A causa di precedenti esperienze storiche, si è soliti pensare che lo Stato imprenditore, attraverso le società partecipate, produca inevitabilmente inefficienze, burocrazia, spese eccessive e ritardi nei servizi, eppure esistono esperienze che smentiscono questo luogo comune e che dimostrano come sia possibile coniugare l’interesse pubblico con logiche di gestione privatistica. Una di queste è la Consap Spa, società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita significativa non solo in termini di attività gestite, ma anche di risultati concreti. La guida di questa “anomalia virtuosa” è affidata a Vincenzo Sanasi d’Arpe, avvocato cassazionista e docente di Diritto dell’Economia, con una lunga esperienza nel risanamento dei grandi gruppi industriali e nello studio delle amministrazioni straordinarie. Una figura che, al di là del profilo accademico, ha saputo introdurre in Consap un metodo manageriale innovativo, basato su tre pilastri: legalità, trasparenza ed efficienza. Consap è una società pubblica, ma con logiche da impresa, conta 216 dipendenti e amministra fondi di rilievo sistemico per il Paese.
In sostanza, si tratta di una sorta di “holding pubblica di fondi”, con missioni diversificate ma unite da un filo rosso che l’ad Sanasi d’Arpe sintetizza in tre parametri: efficienza, controllo e servizio al cittadino. Dal 2023 la società è stata qualificata come Stazione appaltante e Centrale di committenza dall’Anac, entrando così nel circuito delle strutture che gestiscono appalti pubblici con criteri selettivi e procedure digitali. Un salto non secondario, che ha permesso a Consap di operare come soggetto attuatore nella ricostruzione post-alluvione del maggio 2023 in Emilia-Romagna, Marche e Toscana, con oltre 250 gare avviate. Il suddetto banco di prova è stato rilevante e ha confermato la capacità della società di garantire cantieri rapidi, trasparenti e protetti da infiltrazioni. La funzione più nota di Consap è la gestione del Fondo di garanzia per le vittime della strada, ossia quello strumento essenziale, che interviene quando il responsabile di un incidente non è assicurato, è sconosciuto o si trova in condizioni particolari previste dalla legge. A fine 2023, il patrimonio del Fondo ammontava a 10,7 miliardi di euro, ossia una cifra imponente, amministrata con sistemi antifrode sempre più sofisticati, che incrociano dati territoriali, banche pubbliche e algoritmi di rischio.
La logica è duplice, quella di garantire tempi rapidi e giusti risarcimenti a chi ha diritto, ma al contempo contrastare “l’industria del sinistro”, che negli anni ha generato abusi e frodi ricadenti sull’intera collettività assicurata. Inoltre, accanto a ciò, è stato avviato un progetto sperimentale di recupero dei crediti verso i danneggianti non assicurati, spesso insolventi. L’esposizione complessiva è di circa 2,5 miliardi di euro, quindi parliamo di una cifra che, se recuperata anche solo in parte, alleggerirebbe il peso dei contributi Rc Auto pagati da tutti gli automobilisti. Pertanto, Consap non si limita alle assicurazioni, ma gestisce anche i Fondi per le vittime di mafia, usura, estorsione e reati intenzionali violenti, oltre agli indennizzi per gli orfani dei crimini domestici. Nel 2024 sono stati liquidati oltre 23 milioni di euro a 465 vittime di mafia e 5 milioni a 183 vittime di violenze gravi, numeri che danno la misura di un ruolo sociale rilevante. Invero, la collaborazione con la Guardia di Finanza, sancita da un protocollo firmato a gennaio 2025, rafforza la lotta alle frodi fiscali, al riciclaggio e alla criminalità economica.
Ciò è un modo per dimostrare che una società pubblica non deve solo erogare fondi, ma può diventare parte attiva di una strategia più ampia di contrasto alle infiltrazioni criminali. La legge di aprile 2025 ha istituito il Fondo di solidarietà per i familiari delle vittime di cedimenti infrastrutturali, affidandone la gestione proprio alla Consap. Questa è una risposta a eventi rari ma devastanti, che richiedono ristori tempestivi e procedure snelle. Altresì, parallelamente, resta centrale il Fondo garanzia mutui prima casa, che copre fino all’80 per cento dei prestiti per i giovani e fino al 90 per cento per famiglie numerose e nel complesso, circa un terzo dei mutui immobiliari in Italia beneficia oggi della garanzia gestita da Consap. Insieme alle attività esterne, l’amministratore delegato Sanasi d’Arpe ha avviato anche una rivoluzione culturale all’interno della società. Infatti, per anni, come in molte realtà pubbliche, i premi di risultato erano erogati in maniera uniforme, quasi a costituire un’integrazione fissa alla retribuzione.
Invece, oggi il criterio è cambiato, tant’è che i riconoscimenti economici sono legati esclusivamente al merito e al raggiungimento degli obiettivi. Il risultato è duplice, da un lato un risparmio del 36 per cento sui costi di premialità, che in passato pesavano fino al 70 per cento dei ricavi e dall’altro lato la possibilità di attrarre giovani figure qualificate con prospettive di crescita. Una scelta non priva di resistenze, ma che si inserisce in un disegno più ampio di modernizzazione della pubblica amministrazione, in cui efficienza e merito diventano strumenti di competitività. Nel 2024, il Mef ha deciso di destinare alla società il 50 per cento dell’utile, riconoscendo così la bontà della gestione. Un fatto che, in un Paese spesso abituato a discutere dei costi delle partecipazioni statali, assume un significato particolare, in quanto dimostra che lo Stato può essere imprenditore non solo per necessità, ma anche con risultati tangibili. In finale, il “modello Consap” mostra che una società pubblica può amministrare fondi complessi, gestire emergenze, sostenere le famiglie e al tempo stesso garantire trasparenza e bilanci in attivo. In un momento storico in cui la discussione sulla riforma delle partecipazioni statali è tornata d’attualità, questa esperienza offre una lezione preziosa: la differenza non la fa la proprietà pubblica o quella privata, ma la qualità della governance, come quella realizzata dall’amministratore delegato Vincenzo Sanasi d’Arpe insieme al suo team.
di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno