mercoledì 10 settembre 2025
Il valore reputazionale acquisito dal Governo Meloni (coerenza) e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (affidabilità nella gestione dei conti pubblici) è un asset fondamentale che ha un valore economico e finanziario per il Paese. Pochi punti base separano lo spread tra il Btp italiani, con scadenza decennale, dai corrispondenti Oat francesi in confronto al benchmark di riferimento che è il rendimento dei Bund tedeschi con equivalente scadenza. Il differenziale di rendimento è ormai intorno agli 80 basis point (0,8 per cento). La scalata dei titoli del debito pubblico italiano è ormai a un passo dall’azzerare il differenziale di rendimento tra i titoli del debito sovrano italiano e di quello francese. È probabile che la crisi di Governo in Francia faccia ulteriormente impennare i tassi sugli Oat e che i nostri Btp pagheranno meno interessi di quelli francesi. I mercati finanziari si basano non solo sui fondamentali economici e finanziari attuali di una nazione ma soprattutto sulle aspettative future. La spesa per il servizio del debito pubblico ha effetti immediati sui conti pubblici per le nuove emissioni (tassi d’interesse più alti) e negli anni avvenire con il pagamento di cedole di interessi più onerosi per lo Stato. L’Esecutivo italiano di centrodestra, che è stato rigoroso e attento sulla gestione del debito pubblico con politiche prudenziali di bilancio, ha innescato un circuito virtuoso che si è basato sul rientro del deficit-Pil e sul avanzo primario ovvero la differenza tra le entrate finanziarie e le uscite dello Stato al netto degli interessi. In altre parole, se lo Stato italiano non dovesse sostenere spese per interessi, le entrate supererebbero le uscite.
È per questa ragione che le aspettative degli operatori finanziari professionali sul debito pubblico italiano sono positive. La Francia, invece, oltre un deficit-Pil di quasi il 6 per cento è in disavanzo anche sul primario. In sostanza, il debito complessivo in rapporto al Pil italiano è in discesa mentre quello francese è in rapida crescita. È certamente grazie alla stabilità politica del Governo Meloni e dalla credibilità che ha acquisito il titolare del dicastero dell’economia, il merito di un risultato che era tutt’altro che scontato a inizio legislatura. La legge di stabilità, in corso di predisposizione, dal Ministero dell’Economia dovrà continuare nel rigore di bilancio per dare conferma alle aspettative dei mercati e degli investitori. Dopo l’approvazione della legge finanziaria da parte del Parlamento (entro il 31 dicembre 2025) che dovrebbe certificare il rientro in anticipo sui parametri fissati nel trattato di Maastricht (3 per cento deficit-Pil) è probabile una ulteriore miglioramento, da parte delle agenzie internazionali di rating (Moody’s, Standard and Poor’s, Fitch Ratings) del voto che misura l’indice di affidabilità del nostro debito sovrano. Più è alto voto (maggiore credibilità e affidabilità finanziaria) più basso sarà il tasso d’interesse che lo Stato dovrà pagare ai sottoscrittori dei nostri titoli di Stato. Il sacrificio chiesto agli italiani nelle 3 precedenti Leggi di stabilità sta per essere ripagato con una nuova finanziaria che non dovrebbe prevedere “manovre di bilancio correttive” e ulteriori “sacrifici per i contribuenti italiani. Confidiamo, che il ministro Giancarlo Giorgetti continuerà l’opera meritoria di risanamento dei conti pubblici operando sul lato della cattiva spesa e non su quella delle entrate. Il valore reputazionale che si è conquistato è un valore aggiunto per il Paese.
di Antonio Giuseppe Di Natale