mercoledì 27 agosto 2025
Gli ultimi mesi del mondo bancario, della finanza italiana e in parte di quella tedesca sono stati sottoposti ad un Risiko che ha messo di fronte contendenti bancari ma, nel caso italiano, anche il Governo, che si è inserito nel gioco come attore non secondario. Il Risiko è la variante italiana del gioco da tavolo di strategia Risk, in cui ogni giocatore persegue l’obiettivo di aggiudicarsi uno o più territori di una mappa a scapito degli altri giocatori, fino all’annientamento degli stessi.
Il tutto, che si è preparato da tempo fuori dal gioco vero e proprio, con l’avvio delle singole mosse ha smosso il sistema del credito con l’avvio di una strategia di occupazione da parte di Unicredit verso la Commerzbank tedesca, e in Italia verso la Banca popolare di Milano. Le operazioni dei contendenti in Germania hanno avuto una posizione contraria da parte del Governo tedesco, nonostante Unicredit aumentasse il valore della sua partecipazione alla banca tedesca – ora superiore al 26 per cento del capitale – ma senza nessun intervento del Governo federale tedesco. In Italia invece il Governo è intervenuto nel gioco, in quanto contrario alla possibile fusione di Unicredit verso Bpm, diventando esso stesso un giocatore del Risiko promuovendo un’azione oppositiva con il Golden power, la non attaccabilità alla banca milanese.
Il Golden power risale al 2012 come variante di una legge precedente legata al “golden share”. Questo istituto giuridico ora avviato anche nella comunità europea ha la funzione di scoraggiare o impedire azioni di istituzioni estere volte all’acquisizione di aziende. Il Golden power permette al Governo di intervenire su operazioni societarie in settori considerati sensibili, come difesa, energia e telecomunicazioni. L’uso di questo strumento è stato ampliato negli anni, includendo anche la sanità, la robotica e la protezione dei dati personali, soprattutto dopo la pandemia di Covid 19. Nel presente caso ci potrebbero essere elementi di occupazione dell’economia del Paese tali da essere considerati pericolosi e dannosi per l’Italia. Il Governo guidato da Mario Draghi aveva usato il Golden power per bloccare la vendita a un gruppo cinese del 70 per cento di un’azienda italiana considerata critica nel suo settore. Se il Golden power fosse stato in uso negli anni Novanta avrebbe potuto essere un forte deterrente per la svendita delle aziende di Stato, ma purtroppo così non è stato.
Il Golden power avviato dal Governo italiano verso Bpm e Unicredit è stata un’azione diretta dell’Esecutivo nel gioco tale da escludere il mercato come attore decisionale nel processo in corso. Creando un precedente pericoloso, in quanto si tratta di due istituzioni italiane nell’ambito del mercato italiano. Per esempio, nel caso di Commerzbank il Governo tedesco si è limitato ad esprimere un parere contrario ma non a promuovere l’avvio del Golden power come avrebbe potuto. Il precedente del caso italiano è un segnale negativo. In altri termini, il Governo si promuove ad attore in giochi finanziari escludendo il mercato, e creando una barriera di scarsa trasparenza, pericolosa sulla libertà di mercato, contribuendo a definire l’uso del Golden power per la prima volta tra contendenti entrambi italiani.
Si potrebbe parlare di un Golden power ad usum delphini, termine nato nella Francia dell’Ancien Régime per evitare che il sovrano leggesse libri non idonei alla sua persona. Il termine è stato poi usato per spiegare l’uso manipolativo di azioni e informazioni a interessi di parte, come è sembrato agli osservatori. Quello che stupisce è la pericolosa sudditanza dei media in generale, che si sono limitati a descrivere le varie fasi dell’operazione poi cancellata senza commentare l’azione del Governo in economia con una norma che non sembra coerente con le regole del gioco in corso, e crea precedenti pericolosi per i sistemi di stabilità dei mercati che ne vengono saltati.
L’altro intervento del Governo ha avuto luogo sull’operazione Banca Monte dei Paschi di Siena-Mediobanca-Generali, dove un gruppo di azionisti delle banche in oggetto – il gruppo Caltagirone, Il gruppo Delfin (la finanziaria del gruppo Del Vecchio) e la stessa Banca popolare di Milano – ha promosso l’azione del Monte dei Paschi volta ad acquisire Mediobanca come veicolo funzionale ad arrivare ad una forma di controllo delle Assicurazioni Generali. Il Risiko è partito quando nello scorso anno il Ministero di Economia e della Finanza, azionista del Mps, ha posto in vendita una parte della sua quota di partecipazione alla banca stessa con un’operazione di vendita su cui pende una lettura giuridica per valutare la sua reale effettività. Gli acquirenti sono stati solo gli attuali contendenti al Risiko.
La posizione di alcuni dei essi risulta però in una curiosa contraddizione con l’uso del Golden power nel caso precedente. Infatti la società Delfin, che fa capo al gruppo Del Vecchio, ha la residenza in Lussemburgo e controlla la società EssilorLuxottica, che ha sede fiscale in Francia. Entrambe quindi sono, apparentemente, portatrici di interessi non legati al sistema paese Italia e quindi in una possibile posizione di criticità ai fini della stabilità del mercato finanziario italiano, ma nel caso di specie non è stato invocato il Golden power. Ancora una volta ad usum delphini. Andrebbero chiarite queste posizioni per evitare precedenti atti a destabilizzare i mercati, facendo diventare il Governo stesso un giocatore del mercato, con poteri che vanno al di fuori del mercato stesso. Rendendolo, infine, sempre più opaco.
(*) Professore emerito dell’Università Bocconi di Milano
di Fabrizio Pezzani (*)