I Comuni tassano ma non incassano

sabato 12 luglio 2025


Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando a proposito del federalismo fiscale, ha dichiarato alla Camera che esiste una “correlazione evidente tra l’incapacità di riscossione e il dissesto degli enti locali”. Dei 26 miliardi di crediti affidati Agenzia delle entrate-Riscossione, 6 sarebbero in teoria esigibili, ma non vengono incassati. I Comuni non sanno riscuotere e l’agenzia persegue i grossi debiti. I Comuni in dissesto sono 105, in pre-dissesto sono 266, 123 dopo cinque anni di risanamento sono tuttora in difficoltà.

Il ministro Giorgetti invoca, giustamente, una soluzione per uscire dalla “trappola”. Il cittadino gl’intimerebbe: “Fuori il colpevole”. Ma per i dissesti e i pre-dissesti non c’è mai un amministratore colpevole. La colpa ricade sempre sugli amministrati. Dico meglio, sugli amministrati che risultino anche contribuenti onesti sui quali vengono caricate le addizionali. Il ministro Giorgetti ha proposto una “riforma della riscossione”, quale l’affidamento a una sezione speciale dell’Agenzia delle entrate-Riscossione.

La riforma, va bene, ma Giorgetti sa che il “non incassare” in molti Comuni non è incolpevole inefficienza ma politica elettorale e clientelare? La rottamazione come misura fiscale scoraggia o incoraggia la neghittosità degli amministratori locali che si fanno paladini degli evasori? In Italia permane aperta una “questione tributaria” della quale l’incapacità di riscossione dei tributi comunali è un aspetto non solo tecnico ma anche politico, nel senso dell’alta politica e della bassa politica deteriore.


di Pietro Di Muccio de Quattro