Il mercato elettrico funziona ma va rilanciato

giovedì 3 luglio 2025


Perché i prezzi dell’energia sul libero mercato sono più alti della maggior tutela? Tutte le ragioni per cui questo confronto può essere fuorviante.

Qual è il bilancio di un anno di piena liberalizzazione del mercato finale della vendita di energia elettrica e gas? Ne discutono Luca Lo Schiavo (Senior Regulatory Specialist presso Erra - Energy Regulators Regional Association) e Carlo Stagnaro (direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni) nel Briefing Paper “L’ombra lunga della maggior tutela. Un primo bilancio della liberalizzazione dei mercati retail dell’energia elettrica e del gas”.

Lo Schiavo e Stagnaro spiegano perché il confronto tra i prezzi sul libero mercato e quelli di maggior tutela può essere fuorviante. La differenza dipende, tra l’altro, da una componente tariffaria che compensa gli errori di stima sui costi futuri: “La componente che effettua questo recupero è arrivata a valere intorno ai 35 euro a MWh nel secondo semestre 2024, contro un livello dell’indice di prezzo medio (sui successivi 12 mesi) delle offerte a prezzo variabile scelte sul mercato libero dai consumatori domestici a dicembre 2024 attorno ai 260 euro / MWh per la sola componente energia (circa 370 euro/ MWh di spesa totale)”. Al di là di questo aspetto specifico, è però vero che spesso i consumatori non scelgono le offerte più convenienti. Per Lo Schiavo e Stagnaro, “il paradosso è che la maggior tutela ha impedito lo sviluppo della concorrenza invece di facilitarlo. Questa paralisi è stata rafforzata dalle pratiche di misselling, in particolare le telefonate aggressive e spesso truffaldine che tormentano gli italiani: sicché i consumatori finiscono spesso per rifugiarsi nel brand (pagando il relativo sovrapprezzo). L’ombra lunga della maggiore tutela ha creato consumatori non adulti, che faticano a scegliere e non vogliono imparare a farlo perché ‘tanto c’è sempre stata la tutela’.”. La via d’uscita da questo rischio è la maggiore trasparenza, a partire dallo sforzo già attuato dall’Autorità di rendere le bollette più chiare e comprensibili e tali da permettere un più immediato riscontro con i dati di consumo e di contratto. Ora un’altra tappa importante è la semplificazione delle offerte, evitando i rischi di comportamenti strategici degli operatori come già visto in altri Paesi che hanno cercato di percorrere strade simili. Il nuovo Collegio di Arera avrà davanti a sé una strada  ancora lunga: per questo “Il governo e il parlamento ora hanno una scelta da fare per sette anni: se scegliessero di comporre una Autorità debole che non rispondesse ai requisiti di alto valore tecnico e “indipendenza di giudizio” previsti dalla legge istitutiva dell’Arera potrebbe risultare un errore fatale. Un’autorità indipendente forte conviene a tutti”.

(*) Luca Lo Schiavo Senior Regulatory Specialist presso Erra (Energy Regulators Regional Association)

Carlo Stagnaro è direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni

(**) Tratto dall’Istituto Bruno Leoni


di Luca Lo Schiavo e Carlo Stagnaro (*)