La Settimana di Confedilizia (Podcast)

lunedì 10 marzo 2025


n. 9/2025 dell8 Marzo 2025

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi

I saluti più cordiali e ancora un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. Tra gli argomenti più rilevanti apparsi sulla stampa l’annuncio della Banca centrale europea di un nuovo taglio dei tassi di interesse, con riduzione al 2,5 per cento del tasso sui depositi. La decisione, la sesta consecutiva, è motivata dal rallentamento della crescita economica e da un processo di disinflazione più lento del previsto. L’obiettivo dichiarato è quello di stimolare il credito e rilanciare gli investimenti, con ripercussioni dirette anche sul settore immobiliare, dove si prevede una maggiore accessibilità ai mutui e un aumento della domanda di abitazioni. Tuttavia il taglio dei tassi da solo non basta a rilanciare un mercato immobiliare soffocato da tasse e vincoli normativi. Senza una riduzione della pressione fiscale e maggiore libertà contrattuale, il rischio è che i benefici vengano annullati. Per una vera crescita servono meno regolamentazioni e più incentivi a chi investe e immette nuovi immobili sul mercato.

In primo piano anche la vicenda che riguarda gli affitti brevi a Bologna, dove il Comune ha recapitato cartelle esattoriali con sanzioni fino a 20mila euro a decine di proprietari, accusati di irregolarità nella dichiarazione della tassa di soggiorno. L’amministrazione contesta la mancata comunicazione del numero di persone ospitate, un obbligo imposto dal regolamento comunale. I locatori, molti dei quali aderenti alla locale Confedilizia, respingono le accuse e parlano di una “raffica di multe indiscriminate”, sottolineando la difficoltà di orientarsi tra norme poco chiare e la sproporzione delle sanzioni rispetto alle presunte violazioni. Il giro di vite del Comune solleva dubbi sulla regolamentazione del settore. Se la trasparenza è necessaria, sanzioni sproporzionate e burocrazia eccessiva rischiano di ridurre l’offerta e penalizzare chi investe nel turismo. Spingere i piccoli proprietari fuori dal mercato potrebbe far salire i prezzi e limitare le opportunità per i visitatori. Servono regole chiare e incentivi alla regolarizzazione, non misure punitive che soffocano il settore.

Gli organi di stampa hanno pure riportato i segnali di ripresa del mercato immobiliare evidenziati da Bankitalia, che registra un aumento della domanda e delle transazioni nell’ultimo trimestre del 2024. Secondo il sondaggio con Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate, la percentuale di agenti immobiliari che hanno venduto almeno un’abitazione ha toccato il livello più alto di sempre. La riduzione dei tassi d’interesse ha reso i mutui più accessibili, favorendo gli acquisti, ma tasse e vincoli burocratici restano un freno al settore. Questi dati confermano che il mercato immobiliare si rafforza quando può operare senza vincoli eccessivi. Tuttavia, senza una riduzione delle imposte e una regolamentazione più snella, il rischio è che questa crescita resti incerta. Servono meno ostacoli burocratici e maggiori margini di manovra per i proprietari, così da incentivare investimenti duraturi e un settore più competitivo.

In altri interventi i media hanno riferito che l’Unione europea intende raddoppiare i fondi di coesione per l’edilizia abitativa, passando da 7,5 a 15 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. La proposta mira a rafforzare gli investimenti nel settore residenziale, ma resta da capire come questi fondi verranno impiegati concretamente e con quali effetti sul mercato.

Da segnalare infine la notizia che riguarda il boom dei micro-appartamenti, unità sotto i 30 metri quadrati, che risultano sempre più diffusi in città come San Paolo, Parigi e Tokyo, dove l’alta domanda abitativa e i costi elevati spingono verso spazi sempre più ridotti. Se da un lato tali unità rispondono alle esigenze di chi cerca soluzioni più flessibili ed economiche, dall’altro dimostrano la capacità del mercato di adattarsi ai cambiamenti demografici e sociali. Piuttosto che vederli come un problema, i micro-appartamenti rappresentano un’opportunità per innovare il settore immobiliare, offrendo alternative diversificate e lasciando spazio a nuove forme di abitare più dinamiche e accessibili.

Il consueto commento finale di Andrea Mancia, direttore de L’Opinione delle Libertà, chiude il presente podcast: “Un caso emblematico di schizofrenia normativa si sta consumando nella Valle dei Templi ad Agrigento: mentre la Regione Sicilia impone vincoli per tutelare il paesaggio e impedire nuove costruzioni, il Comune ha edificato un asilo in un’area inedificabile con fondi del Pnrr. Il paradosso è evidente: lo Stato vieta ai privati di costruire con norme soffocanti, ma poi aggira le proprie regole per interventi pubblici. Ancora una volta, i vincoli urbanistici si rivelano strumenti discrezionali della politica, più che reali misure di tutela. L’incoerenza istituzionale non è un caso isolato. Mentre lo Stato ostacola l’iniziativa privata con norme opprimenti, si concede deroghe quando gli conviene. Il risultato è un sistema ipocrita e dirigista, che soffoca lo sviluppo e genera insicurezza giuridica. Chi vuole ristrutturare o costruire si scontra con divieti infiniti, mentre il settore pubblico costruisce indisturbato, dimostrando che il vero problema non è la tutela del territorio, ma il monopolio decisionale della politica. Questo episodio impone una riflessione: serve meno burocrazia e più libertà per i proprietari. La tutela del paesaggio non può essere un pretesto per il controllo arbitrario della proprietà privata, mentre lo Stato ignora le sue stesse regole. Se davvero si vuole un uso razionale del suolo, la soluzione è chiara: meno vincoli, meno discrezionalità politica e più iniziativa privata”.


di Redazione