martedì 28 gennaio 2025
Dalla colla nei key box alla propaganda contro gli affitti brevi: le azioni della cosiddetta “Banda Robin Hood” attaccano il cuore della libertà di iniziativa privata. L’esperienza di Javier Milei in Argentina dimostra che solo la liberalizzazione dei mercati può garantire soluzioni durature ai problemi abitativi.
Negli ultimi mesi, l’Italia ha assistito a un crescendo di azioni di sabotaggio contro gli affitti brevi, rivendicate da un gruppo che si fa chiamare “Banda Robin Hood”. Questo nome, evocativo del leggendario fuorilegge che rubava ai ricchi per dare ai poveri, nasconde però un paradosso: le loro azioni non aiutano i bisognosi, ma danneggiano i proprietari, soprattutto quelli più piccoli che affittano le loro abitazioni per integrare il reddito familiare.
In effetti, colpire i key box, dispositivi utilizzati per il self check-in nei B&B, non è un gesto di giustizia sociale, ma un attacco diretto alla libertà economica e alla proprietà privata. Gli affitti brevi – è opportuno rimarcarlo ancora una volta – rappresentano una risorsa importante per molte famiglie, offrendo una soluzione abitativa temporanea e contribuendo all’economia locale. Tentare di frenare questo fenomeno con atti vandalici significa penalizzare chi agisce nel rispetto delle leggi e scoraggiare chi intende investire nel settore immobiliare.
Né può essere in alcun modo imputato a detta tipologia locativa di essere causa della crisi abitativa. Tale idea è in realtà un falso mito, dovendosi piuttosto rinvenire nelle politiche pubbliche che, con normative rigide e vincoli burocratici, scoraggiano la costruzione e la ristrutturazione di immobili: la vera causa della mancanza di alloggi. A essa può essere posto rimedio liberalizzando il mercato, che consentirebbe di aumentare l’offerta di abitazioni disponibili e di calmierare i prezzi, favorendo sia i proprietari che gli inquilini.
In sostanza, attaccare gli affitti brevi equivale a negare una realtà: è il libero scambio, non la regolamentazione pubblica, a creare soluzioni efficaci ai problemi abitativi. Chi affitta la propria casa contribuisce a un sistema economico basato sulla libera scelta e sull’iniziativa individuale. Ogni intervento statale che cerca di limitare dette attività non fa altro che soffocare la creatività imprenditoriale e ridurre le opportunità economiche.
Un esempio concreto di come la liberalizzazione del mercato porti benefici arriva dall’Argentina, dove il presidente Javier Milei ha eliminato numerose regolamentazioni nel settore immobiliare, consentendo una maggiore libertà nel settore delle locazioni. Il suo intervento, come ha riportato la stampa internazionale, ha dato i risultati attesi portando a un aumento dell’offerta di case in affitto, riducendo i costi per i cittadini e stimolando la crescita economica. Tutto ciò dimostra che, invece di imporre restrizioni, la strada verso la prosperità passa attraverso l’eliminazione di vincoli burocratici e la promozione della concorrenza, con un mercato aperto e competitivo dove proprietari e inquilini possano negoziare liberamente. Ridurre le barriere burocratiche e le tasse eccessive è quindi il modo più efficace per incentivare la disponibilità di case a prezzi accessibili e garantire una maggiore mobilità abitativa.
La storia, del resto, dimostra che i tentativi di controllare il mercato immobiliare attraverso regolamentazioni eccessive hanno sempre fallito. Dal regime vincolistico che in Italia perdura dalla fine del Primo conflitto mondiale all’equo canone degli anni ‘70, dai tetti agli affitti imposti in diverse città europee − che hanno ridotto l’offerta e peggiorato le condizioni degli immobili − agli interventi statali in economia, il risultato è sempre stato lo stesso: meno libertà e meno prosperità per tutti.
Un altro punto fondamentale da tenere in debita considerazione riguarda la sicurezza giuridica. La libertà economica e la tutela della proprietà privata creano un clima di fiducia che incoraggia gli investimenti e favorisce la crescita economica. Senza la certezza del diritto, ogni progetto imprenditoriale è a rischio, disincentivando chi desidera contribuire allo sviluppo del Paese. A ciò si aggiunga che il principio di responsabilità individuale, che è alla base di ogni economia prospera. Affittare un immobile è un’attività imprenditoriale che comporta rischi e benefici. I proprietari che scelgono di mettere a disposizione la propria casa si assumono la responsabilità delle loro scelte, senza gravare sulla collettività.
Le azioni della “Banda Robin Hood” generano sfiducia e instabilità, minando la sicurezza dei diritti di proprietà, essenziale per attrarre investimenti e garantire un futuro prospero. In una società libera, le soluzioni ai problemi abitativi non possono arrivare dallo Stato o da gruppi di pressione, ma dal rispetto delle libertà individuali e del diritto di proprietà.
Come ha scritto Murray N. Rothbard: “Il diritto di proprietà è il fondamento di ogni diritto umano”. Difendere questo principio significa garantire un futuro di opportunità per tutti, senza cedere a derive autoritarie o a scorciatoie illegali. Solo la libertà economica, basata sul rispetto dei diritti di proprietà, può garantire una società prospera, giusta e libera da interventi statali oppressivi. Ed è, in definitiva, la lezione che arriva dall’esperienza argentina: la libertà economica e la liberalizzazione dei mercati rappresentano l’unica strada percorribile per risolvere le problematiche abitative e favorire il progresso. Seguire modelli di successo basati su questi principi permette di costruire un futuro di prosperità e libertà per tutti i cittadini.
di Sandro Scoppa