I ritardi sui progetti del Pnrr per il potenziamento delle scuole dell’infanzia

martedì 28 gennaio 2025


Le recenti analisi sullo stato delle infrastrutture scolastiche dell’infanzia evidenzia che nelle città della nostra Penisola la distribuzione delle diverse infrastrutture scolastiche sta determinando un importante gap tra le due parti d’Italia. La qualità degli edifici scolastici, la loro sicurezza, lo spazio nelle aule, l’illuminazione, la qualità dell’aria, l’assenza di rumorosità e la presenza di laboratori, aree ricreative, palestre e mense sono tutti pilastri essenziali per una corretta formazione scolastica. Circa metà delle strutture critiche e inadeguate del Paese risiedono in Campania, soprattutto nell’hinterland di Napoli. La Campania da sola rappresenta il 30 per cento delle criticità nazionali. Lo spazio per alunno nelle scuole dell’infanzia varia dai 48 metri quadrati nel Nordest fino ai 26 del Mezzogiorno. La mensa, premessa per il tempo pieno che alla scuola primaria garantisce 40 ore settimanali di frequenza invece di 27, al Sud è in 28 scuole elementari su 100 mentre al Nord la percentuale del servizio si attesta sul 66 per cento. In aggiunta, i recenti dati provenienti dalla piattaforma ReGiS, analizzati dall’Ufficio parlamentare di bilancio, dipingono un quadro preoccupante sui ritardi dei progetti Pnrr per il potenziamento degli asili nido e delle scuole dell’infanzia. Secondo gli esperti risulta a rischio il futuro di migliaia di famiglie e bambini, con la possibilità di perdere 17.400 posti sui 150.480 previsti, già ridotti rispetto all’obiettivo iniziale di 264.480 nuovi posti. I dati più recenti sui finanziamenti del Pnrr finora effettivamente assegnati agli enti territoriali mostrano un parziale disallineamento rispetto ai fabbisogni locali, su cui hanno inciso aspetti di una governance molto complessa in materia di edilizia scolastica.

Fabrizio Canetto, presidente nazionale di Assoeuro - Associazione Italiana Europrogettisti - Eu Project Manager, ha sottolineato che solo il 3 per cento dei 3.199 progetti è stato completato e che finora è stato utilizzato solo il 25,2 per cento delle risorse disponibili, pari a 816,7 milioni su 3,24 miliardi stanziati dal Pnrr. Mancano ancora 2,4 miliardi da spendere nei prossimi due anni, un obiettivo difficile da raggiungere senza un’accelerazione immediata, urgente, virtuosa e un miglioramento delle procedure. Secondo gli esperti di Assoeuro, le difficoltà derivano da carenze strutturali, complessità nell’assegnazione dei fondi e scarsa adesione, con un problema maggiore al Sud Italia, dove i ritardi sono più evidenti. Al Nord, sebbene la percentuale di progetti conclusi sia maggiore (18 per cento), il rischio è che l’81,4 per cento dei territori interessati rimanga privo di asili nido.

Un’assurdità tutta italiana considerando che gli asili nido non sono un lusso, ma un servizio essenziale per ridurre i divari territoriali, sostenere la parità di genere e incentivare l’occupazione femminile. “Senza un intervento tempestivo, la scadenza del giugno 2026 per completare i progetti rischia di diventare irraggiungibile”, ha rimarcato il presidente Fabrizio Canetto. Gli euro-progettisti legati ad Assoeuro hanno lanciato un appello alle istituzioni politiche e alle autorità competenti affinché vengano adottate misure urgenti per accelerare i progetti e garantire che ogni territorio abbia pari opportunità e diritto a servizi adeguati.


di Domenico Letizia