La Settimana di Confedilizia (Podcast)

mercoledì 22 gennaio 2025


n. 02 dell’18 gennaio 2025

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi

Un saluto cordiale e un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. Nella settimana appena trascorsa, la stampa ha dedicato ampio spazio al settore immobiliare, con articoli e analisi su temi di grande attualità, dalle dinamiche di mercato alle questioni normative, offrendo spunti di riflessione su un comparto centrale per l’economia e la società.

In evidenza innanzi tutto l’analisi del Team Research di Dils, secondo il quale gli investimenti immobiliari in Italia nel 2024 hanno raggiunto 9,8 miliardi di euro, confermando un settore in fermento nonostante le sfide economiche globali. Per il rapporto, Milano ha continuato a essere il cuore pulsante degli investimenti, concentrando oltre il 50% delle operazioni, seguita da Roma. Tuttavia, il calo rispetto agli anni precedenti riflette le difficoltà del mercato, influenzato da incertezze economiche e un contesto normativo poco favorevole.

Per rilanciare il settore, occorrono meno burocrazia, incentivi fiscali e maggiore stabilità normativa. Solo un ambiente più competitivo potrà attrarre investitori e riportare il mercato immobiliare a essere un motore di crescita per l’economia italiana.

In rilievo anche rapporto di Kìron Partner S.p.a., che ha esaminato vari indicatori relativi ai mutui ipotecari richiesti nel 2024 e riportato che gli italiani continuano a preferire i mutui a tasso fisso, nonostante il rialzo dei tassi di interesse degli ultimi anni. Tale scelta è motivata dalla necessità di garantire stabilità e prevedibilità nelle rate, elementi fondamentali per le famiglie in un contesto economico incerto. Nonostante ciò, si registra un crescente interesse per il tasso variabile, soprattutto tra i giovani, che puntano su possibili futuri ribassi.

È una tendenza che riflette la prudenza degli italiani, che considerano la casa un investimento sicuro. Per incentivare l’accesso ai mutui, sarebbero utili misure come agevolazioni fiscali e strumenti di garanzia, soprattutto per sostenere le fasce più vulnerabili.

Gli organi di informazione hanno pure riportato le novità per i bonus casa nel 2025, per i quali sono stati introdotti cambiamenti significativi per chi desidera ristrutturare o migliorare la propria abitazione. Tra i principali interventi, si confermano il bonus ristrutturazioni al 50% e l’ecobonus, ma con vincoli più stringenti e una maggiore attenzione ai requisiti energetici. In particolare, il superbonus subisce una rimodulazione, con aliquote ridotte e criteri di accesso più selettivi, rendendolo meno accessibile rispetto agli anni precedenti. 

Questi cambiamenti riflettono la volontà del legislatore di contenere i costi pubblici, ma rischiano di rallentare gli investimenti privati nel settore edilizio. Per garantire un reale rilancio del patrimonio immobiliare italiano, sarebbe necessario un approccio più orientato alla semplificazione burocratica e all’incentivazione del mercato, riducendo gli ostacoli che penalizzano i cittadini e le imprese del settore.

Sui media si è inoltre tornato a parlare degli attacchi della "banda Robin Hood" contro le key box utilizzate per gli affitti brevi in diverse città italiane. Questi sabotaggi, presentati come una protesta contro la gentrificazione, sono invece una grave violazione della proprietà privata e un attacco alla libertà economica. Gli affitti brevi rappresentano un’opportunità cruciale per il turismo e per la valorizzazione del patrimonio immobiliare, e dette azioni danneggiano indiscriminatamente sia i proprietari che i viaggiatori.

Il problema reale non risiede in tale tipologia di locazione, ma in una regolamentazione spesso inefficiente e confusionaria. Invece di sabotare un mercato dinamico e in crescita, sarebbe necessario promuovere una regolamentazione chiara e ridurre gli ostacoli burocratici. Difendere la libertà economica e la proprietà privata è essenziale per garantire lo sviluppo sostenibile del settore, evitando derive ideologiche che ostacolano il progresso e la crescita economica.

Il commento di Andrea Mancia, direttore dell’Opinione delle Libertà, chiude come di consueto il presente podcast.

“Il governo spagnolo ha proposto una tassa fino al 100% sul valore degli immobili acquistati da chi non risiede nell’Unione Europea. Presentata come misura per contrastare la crisi abitativa e la speculazione, la proposta ha suscitato forti critiche, in particolare per le sue conseguenze sulla libertà economica e sul mercato immobiliare.

La tassazione rischia di allontanare gli investitori stranieri che, negli ultimi decenni, hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del settore immobiliare in Spagna. Un mercato chiuso e punitivo potrebbe generare stagnazione, penalizzando ulteriormente l’economia spagnola e aumentando il carico fiscale sui cittadini.

La storia dimostra che le economie più dinamiche si basano su un mercato aperto e sulla tutela della proprietà privata. Politiche punitive, come la tassa proposta dal governo Sánchez, soffocano l’iniziativa privata e minano la crescita economica, portando a effetti opposti rispetto agli obiettivi dichiarati”.


di Redazione