mercoledì 27 novembre 2024
Una decisione scontata. Il Consiglio di amministrazione di Banco Bpm ha alzato un muro contro l’Offerta pubblica di scambio (Ops) di Unicredit, bocciandola all’unanimità e definendola non solo inadeguata a valorizzare l’istituto, ma anche dannosa per il suo futuro strategico. “Ci sottovalutano e ci frenano”, è la critica rivolta all’offerta di Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, che il Cda di Banco Bpm giudica ostile. Il comunicato del Testo unico della finanza, su cui si basa l’Ops, non è bastato a convincere i vertici del Banco, che temono pesanti ripercussioni occupazionali e sociali. Banco Bpm, dalla sua, rivendica la propria solidità e crescita nell’attuale contesto di mercato. Secondo il Consiglio, l’istituto è tra le realtà più promettenti, capace di generare valore attraverso le sue “fabbriche prodotto” e di ridurre l’esposizione ai cali dei tassi. L’offerta di Unicredit, tuttavia, rischia di compromettere questa traiettoria, legando le mani alla banca in un momento cruciale. Non a caso, Bpm resta focalizzato sul proprio piano strategico, che include l’Opa su Anima e l’aggiornamento del piano industriale, con l’obiettivo di consolidare il suo posizionamento nel panorama bancario italiano.
L’ingresso in Unicredit, secondo Banco Bpm, comporterebbe diversi rischi. Primo fra tutti, la perdita di un posizionamento geografico strategico, concentrato nelle regioni più ricche del nord Italia, a favore di aree a crescita più lenta e con maggiore rischio geopolitico. Inoltre, l’operazione esporrebbe la banca alle incertezze legate alla scalata di Unicredit su Commerzbank in Germania. Non meno importante è la questione del brand, che verrebbe cancellato, e la riduzione della concorrenza sul mercato, mentre le sinergie di costo ipotizzate – pari a 900 milioni – sollevano dubbi sulle inevitabili ripercussioni occupazionali.
Una preoccupazione chiave per Banco Bpm è rappresentata dalla passivity rule, che limita la possibilità di rispondere attivamente all’Ops senza l’approvazione degli azionisti, compromettendo la flessibilità strategica dell’istituto. Questo potrebbe influire negativamente sia sull’Opa su Anima, per cui il Banco ha già depositato il prospetto in Consob, sia sull’investimento in Monte paschi di Siena, considerato fondamentale per rafforzare il terzo polo bancario italiano. Intanto, il Governo, attraverso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, osserva con attenzione e non esclude l’intervento con il golden power per proteggere gli interessi nazionali.
Con questa mossa, Andrea Orcel sembra giocare una partita su più tavoli: da un lato la scalata a Commerzbank, che richiede tempi lunghi, dall’altro l’Ops su Banco Bpm, che lega strategicamente l’istituto e apre nuove possibilità per Unicredit. Non è escluso che il capo di Gae Aulenti possa alzare l’offerta, come ipotizzato da S&P, per convincere il Cda del Banco e ottenere il controllo dell’istituto. In un contesto già complesso, l’operazione lanciata da Unicredit aggiunge ulteriore incertezza, mettendo in discussione il futuro del tanto voluto terzo polo bancario italiano. La partita, però, è ancora tutta da giocare.
di Redazione