L’Argentina libera la strada: rivoluzione nel trasporto passeggeri su autobus

mercoledì 9 ottobre 2024


La liberalizzazione del trasporto di media e lunga distanza apre il mercato alla concorrenza, offrendo ai cittadini più servizi, maggiore qualità e prezzi ridotti, segnando una svolta verso la libertà economica

La recente decisione del Governo argentino di deregolamentare il trasporto passeggeri su autobus di media e lunga distanza segna una svolta storica. L’annuncio, fatto il 6 ottobre 2024, porta finalmente a compimento un processo di apertura del mercato atteso da decenni. Fino ad oggi, il settore era dominato da un complesso sistema di regolamentazioni e limitazioni che bloccava la concorrenza e soffocava l’iniziativa privata, costringendo i cittadini a subire inefficienze croniche e tariffe spesso inaccessibili. Ora, con la fine di detto sistema, il trasporto su autobus entra in una nuova era, che esalta basata su libertà d’impresa, competitività e benefici tangibili per gli utenti. Questi, per anni, hanno dovuto utilizzare i servizi di media e lunga distanza caratterizzati da un’offerta limitata, a causa delle rigide barriere d’ingresso imposte dallo Stato. Il quadro normativo, che proteggeva gli interessi di pochi operatori monopolistici, impediva il fiorire di nuove imprese e penalizzava sia l’innovazione sia la qualità del servizio. Le imprese di trasporto, spesso sostenute dallo Stato con sussidi, non avevano alcun incentivo a migliorare le loro prestazioni, sapendo di essere al riparo dalla concorrenza. E ciò, come detto, ha lasciato gli utilizzatori con poche opzioni: prezzi alti, ritardi costanti e un servizio che, per molti versi, sembrava appartenere a un’epoca passata.

La decisione del Governo Milei di liberalizzare completamente il settore rappresenta una boccata d’aria fresca per l’economia del Paese sudamericano. Ora, gli operatori privati avranno finalmente la possibilità di entrare nel mercato, portando con sé innovazione, efficienza e, soprattutto, competizione sui prezzi. Le imprese avranno infatti la libertà di stabilire nuove tratte e decidere le tariffe in base alla domanda e all’offerta, senza più dover sottostare a vincoli burocratici. Il che non solo migliorerà la qualità dei servizi, ma consentirà anche ai cittadini di godere di una riduzione dei costi di viaggio, beneficiando di un sistema di trasporti finalmente dinamico e flessibile. La liberalizzazione non è tuttavia solo una questione economica. È un atto che restituisce ai cittadini la libertà di scelta. La presenza di molteplici operatori privati permetterà agli stessi di selezionare i servizi che meglio rispondono alle loro esigenze, spingendo le aziende fornitrici a competere non solo sul prezzo, ma anche sulla qualità del servizio. Sarà possibile, ad esempio, scegliere tra autobus più confortevoli, servizi più puntuali o tratte più dirette, tutte opzioni che prima erano un lusso riservato a pochi. La concorrenza, infatti, non solo abbassa i costi, ma crea anche l’incentivo per migliorare la qualità dell’offerta. “La concorrenza – ha scritto Friedrich August von Hayek – è sempre un processo in cui una minoranza rende necessario a una maggioranza fare ciò che quest’ultima non desidera, tipo aumentare l’efficienza, cambiare abitudini, o rivolgere un grado di attenzione e applicazione continuo e regolare al lavoro, che sarebbe inutile in un regime di non concorrenza”.

L’effetto dell’indicata deregolamentazione non si limiterà al settore dei trasporti. È un segnale che l’Argentina sta abbracciando una nuova fase con riforme liberali mirate a ridurre il peso dello Stato nell’economia e a favorire un ritorno all’iniziativa privata. Un settore dei trasporti efficiente e competitivo può fungere da volano per l’intera economia, facilitando la mobilità delle persone e delle merci, stimolando il turismo e migliorando le opportunità di affari. I benefici si estenderanno anche alle aree più remote del Paese, che potranno finalmente essere raggiunte da un servizio regolare ed efficiente, contribuendo allo sviluppo delle comunità locali e all’abbattimento delle barriere geografiche. Un altro aspetto da considerare riguarda la necessità di mantenere standard di sicurezza e qualità adeguati, ma senza cedere alla tentazione di soffocare la concorrenza con una regolamentazione eccessiva. La liberalizzazione, per sua natura, incentiva le imprese a migliorare la qualità per attrarre i consumatori e a garantire la sicurezza come valore aggiunto nel mercato competitivo. In un ambiente davvero libero, saranno le stesse dinamiche del mercato a premiare chi offre servizi sicuri ed efficienti, mentre gli operatori inefficienti verranno rapidamente esclusi dalla concorrenza. L’intervento dello Stato deve limitarsi a evitare ingerenze dannose, lasciando che sia la domanda a decidere chi sarà in grado di offrire il miglior compromesso tra prezzo e qualità, senza imporre rigidi controlli statali che finirebbero solo per soffocare l’iniziativa privata e distorcere la concorrenza naturale.

In ogni caso, non è inutile sottolineare che, come ogni processo di liberalizzazione, anche quello ora posto in essere dal premier Javier Milei comporterà delle sfide. La transizione da un sistema monopolistico, protetto dalle regolamentazioni, a un mercato aperto non sarà priva di ostacoli. Sarà comunque fondamentale garantire che la deregolamentazione non dia adito a nuovi monopoli privati o a cartelli che potrebbero distorcere la concorrenza. Il Governo dovrà vigilare affinché il mercato rimanga davvero aperto e accessibile, con un quadro normativo chiaro che promuova la trasparenza e la competizione leale. La vera sfida sarà quindi di evitare che la liberalizzazione venga ostacolata da eccessive pressioni politiche o burocratiche, che potrebbero frenare lo slancio riformatore. In definitiva, la decisione dell’Argentina è una scommessa sul futuro. Nel contempo, anche una straordinaria opportunità di modernizzazione, che potrà migliorare la qualità della vita dei residenti e anche dare un segnale chiaro che il Paese sta lasciando alle sue spalle il passato di ingerenza statale e inefficienza per abbracciare un modello di sviluppo fondato su solidi principi economici, su libertà di scelta e concorrenza. In attesa, vieppiù, di proseguire sulla medesima strada, aprendo alla concorrenza anche altri settori chiave come l’energia, le telecomunicazioni e l’edilizia. L’era dei monopoli e delle inefficienze statali è destinata a finire, e il futuro appartiene a chi saprà cogliere le opportunità offerte da un mercato finalmente libero. Come ha insegnato Ludwig von Mises: “La concorrenza economica fa sì che la produzione si realizzi nel modo più razionale possibile. In questo caso, come in ogni altro, il suo compito è la selezione del miglior risultato. È un principio fondamentale della collaborazione sociale, che non può venir in nessun modo messo da parte”.


di Sandro Scoppa