La Settimana di Confedilizia (Podcast)

lunedì 7 ottobre 2024


n. 31 del 5 ottobre 2024

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Confedilizia.

Un caloroso saluto da Gianfranco Fabi e un ben ritrovati a tutti i nostri ascoltatori. La stampa ha innanzitutto riportato i risultati del recente report di Idealista, dal quale è emerso che i prezzi delle abitazioni usate hanno registrato un incremento dell’1,7 per cento nel terzo trimestre del 2024. Questo aumento dimostra come, nonostante la domanda sia in lieve rallentamento a causa dei tassi di interesse elevati, i prezzi continuino a crescere in molte città italiane, come Milano e Roma. Il mercato è comunque dominato dall’incertezza, legata ai tassi di interesse. Tale incertezza ha influenzato le scelte dei potenziali acquirenti, molti dei quali rimandano l’acquisto in attesa di possibili riduzioni da parte della Banca centrale europea. Il taglio che quest’ultima ha operato il 12 settembre scorso ha, infatti, portato a un leggero sollievo per chi accende mutui a tasso variabile, ma gli effetti sul mercato si vedranno solo nei prossimi mesi​, anche se è impossibile fare previsioni.

Altri interventi dei media hanno ripreso la proposta del ministro Nello Musumeci di una polizza assicurativa obbligatoria a carico dei proprietari contro le calamità naturali. L’iniziativa è stata criticata dalla Confedilizia, secondo cui si risolverebbe in una forma di patrimoniale mascherata, che ricadrebbe ingiustamente sui proprietari. Per Giorgio Spaziani Testa, presidente della medesima Confederazione, lo Stato dovrebbe concentrarsi su politiche di prevenzione strutturale dei danni, anziché imporre ulteriori oneri economici. In particolare – ha ancora sottolineato – è urgente migliorare le infrastrutture e, soprattutto, affrontare il rischio sismico, un problema particolarmente rilevante in Italia. La mancanza di prevenzione, secondo il medesimo presidente, crea un circolo vizioso che danneggia il mercato immobiliare e scoraggia gli investimenti, soprattutto nelle zone più vulnerabili.

In evidenza negli organi di informazione anche l’importante crescita degli investimenti internazionali nel settore immobiliare italiano, con un forte interesse per gli immobili di lusso e i mercati turistici. Tuttavia, questi flussi sono incentivati principalmente da agevolazioni fiscali e incentivi statali, i quali non fanno altro che perpetuare una dipendenza da incentivi, distorcendo le dinamiche di mercato e scoraggiando l’iniziativa privata e la vera concorrenza. Questa situazione è particolarmente evidente nelle città come Milano e Roma, dove i prezzi degli immobili sono saliti vertiginosamente, allontanando i piccoli proprietari dal mercato e concentrando gli investimenti nelle mani di pochi attori. La vera concorrenza, in realtà, richiederebbe la riduzione di siffatti incentivi, permettendo al mercato di regolarsi autonomamente e garantendo pari opportunità per tutti i proprietari, indipendentemente dalla loro dimensione o accesso alle risorse.

Altri interventi hanno riportato l’introduzione della nuova “patente a punti” per i cantieri, una misura introdotta per monitorare la sicurezza nel settore edilizio, attribuendo un punteggio alle imprese che rispettano o violano le relative norme. La stessa è stata criticata da più parti, in quanto rappresenta un’ulteriore interferenza statale che penalizza l’imprenditorialità. Sebbene la sicurezza sia un aspetto cruciale, un sistema burocratico e punitivo come quello ora apprestato potrebbe scoraggiare l’iniziativa privata e aumentare i costi operativi, soprattutto per le piccole imprese. La vera soluzione al problema sarebbe incentivare pratiche di sicurezza attraverso il mercato, lasciando alle imprese la libertà di adottare misure innovative senza ulteriori oneri regolamentari imposti dallo Stato.

Il commento di Andrea Mancia, direttore de L’Opinione delle Libertà, chiude il presente podcast: “Il Ddl sulla rigenerazione urbana, ora in discussione al Senato, promette fondi e incentivi per riqualificare il patrimonio edilizio, ma nasconde anche l’introduzione di nuovi vincoli che minacciano la libertà dei proprietari. Si parla di espropri e di maggiore centralizzazione, con lo Stato che si arroga il diritto di intervenire pesantemente nella gestione del suolo privato. Coinvolgere i Comuni è opportuno, ma senza travalicare i diritti di chi possiede immobili. La rigenerazione urbana deve promuovere la libertà di investire e recuperare le nostre città senza la mano pesante dello Stato che impone procedure complesse e burocrazia che frenano la libertà economica e individuale. La rigenerazione urbana non deve pertanto diventare un pretesto per limitare i diritti di proprietà e aumentare il controllo statale. Il vero progresso avviene quando cittadini e imprese sono incentivati a rinnovare le città con soluzioni innovative, senza subire imposizioni dall’alto”.

(*) A cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi


di Redazione (*)