Istat, il tasso di disoccupazione cala al 6,2 per cento

mercoledì 2 ottobre 2024


Il numero degli occupati supera quello di agosto 2023 di 494mila unità. È quanto rileva l’Istat, indicando che l’occupazione aumenta (+0,2 per cento, pari a +45mila unità) per gli uomini, i dipendenti e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce, così come tra le donne e gli autonomi. Il tasso di occupazione è stabile al 62,3 per cento. La disoccupazione in agosto è scesa al 6,2 per cento dal 6,4 per cento di luglio. Si tratta del livello più basso dal settembre del 2007 (era al 6,2 per cento). Il confronto del trimestre giugno-agosto 2024 con quello precedente (marzo-maggio 2024) mostra un incremento nel numero di occupati dello 0,5 per cento (pari a +114mila unità). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-5,6 per cento, pari a -97mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,6 per cento, pari a +68mila unità). Il numero di occupati ad agosto 2024 supera quello di agosto 2023 del 2,1 per cento (+494mila unità).

L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,8 punti percentuali. “Ad agosto 2024 il numero di occupati risulta in crescita rispetto al mese precedente (+45mila unità) e raggiunge i 24 milioni 80mila; l’aumento coinvolge i dipendenti, sia permanenti – che raggiungono i 16 milioni 106mila – sia a termine, pari a 2 milioni 811mila; gli autonomi scendono a 5 milioni 163mila. Il numero di occupati supera quello di agosto 2023 di 494mila unità: +516mila dipendenti permanenti, +123mila autonomi e -144mila dipendenti a termine”, è il commento dell’Istat ai dati. Ad agosto il tasso di disoccupazione scende al 6,2 per cento (-0,2 punti), quello giovanile al 18,3 per cento (-1,7 punti). Lo rileva l’Istat, indicando che il numero di persone in cerca di lavoro cala (-2,8 per cento, pari a -46mila unità) per entrambe le componenti di genere e in tutte le classi d’età, ancora una volta con l’eccezione dei 35-49enni. Il numero di inattivi cresce (+0,4 per cento, pari a +44mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-34enni e gli ultra cinquantenni. Il tasso di inattività sale al 33,4 per cento (+0,1 punti). Rispetto ad agosto 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-18,3 per cento, pari a -355mila unità) mentre cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,9 per cento, pari a +106mila). “Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile, quello di inattività aumenta, raggiungendo il 33,4 per cento, mentre il tasso di disoccupazione scende al 6,2 per cento”, osserva l’Istat nel commento ai dati.

Intanto, ieri, 1° ottobre, ha preso il via la settima edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che coinvolgerà 2.530 Comuni e circa un milione di famiglie. Grazie all’integrazione dei dati raccolti attraverso due diverse rilevazioni campionarie – denominate “da Lista” e “Areale” – con le informazioni provenienti dai registri e le fonti amministrative, il Censimento dell’Istat è in grado di restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione che dimora abitualmente in Italia non solo a livello nazionale, regionale e comunale ma anche a livello territoriale più fine (quartieri, località abitate e sezioni di Censimento). Attraverso questo impianto censuario, l’Istituto nazionale di statistica fornisce entro dicembre di ogni anno i dati della popolazione per sesso, età, cittadinanza, grado di istruzione e occupazione, a livello regionale, provinciale e comunale, riferiti all’anno precedente, accompagnati dalla relativa metodologia di calcolo.

I dati pubblicati sul sito internet istituzionale dell’Istat sono presi a riferimento ai fini dell’applicazione delle disposizioni di legge che rinviano all’ammontare della popolazione, determinando un impatto rilevante nella vita dei Comuni (i sistemi elettorali, il numero di consiglieri, le concessioni di licenze, i trasferimenti economici per i servizi di pubblica utilità). Inoltre, con il Decreto legge del 29 gennaio 2024, numero 7 convertito con modificazioni dalla Legge 25 marzo 2024, numero 38 (Gazzetta Ufficiale del 28/03/2024, numero 74), viene reintrodotta la possibilità da parte dell’Istat di restituire agli Uffici di anagrafe dei Comuni i dati in forma individuale, cosa prima preclusa, in modo che questi possano procedere all’aggiornamento e alla revisione delle anagrafi comunali di loro competenza, secondo quanto previsto dall’articolo 46 del Decreto del presidente della Repubblica 30 maggio 1989, numero 223.


di Redazione