martedì 1 ottobre 2024
Quod erat demonstrandum, dopo decenni di sovvenzioni da parte dello Stato italiano e quindi da parte degli stessi contribuenti, nei confronti della Fiat, in un grottesco asservimento della complice classe politica nostrana, insieme a una patetica sudditanza reverenziale dei media e dell’intellighenzia italiani riguardo alla famiglia Agnelli e al suo massimo rappresentante Giovanni Agnelli, assistiamo a quell’ultimo atto finale di un De profundis già annunciato, ossia la progressiva fine del settore automobilistico del gruppo Agnelli-Elkann. Pertanto, dopo aver ricevuto diverso denaro dall’Italia per aprire fabbriche di auto marcate Fiat, per una ipotetica strategia occupazionale, abbiamo visto mettere in cassa integrazione diversi operai italiani, determinando ulteriori ripercussioni sulle casse dello Stato italiano. Come disse l’illuminato, già presidente della Repubblica italiana, Francesco Cossiga, basterebbe un euro per comprare la Fiat da parte dell’Italia, per tutti i soldi che la stessa le ha versato.
Ahimè, allo stato dell’arte attuale, potremmo aggiungere alla suesposta considerazione che neanche più un euro basterebbe, perché molto probabilmente la Fiat (ora Stellantis) perderà sempre maggiore valore a causa della progressiva indifferenza da parte di John Elkann per il settore auto, nella sua pianificazione strategica industriale. Invero, è sempre più evidente la trasformazione strategica che John Elkann, leader della dinastia Agnelli-Elkann, sta portando avanti nel contesto di Exor, il conglomerato che sovrintende molte delle attività finanziarie e industriali della famiglia. Elkann sta spostando l’attenzione dalla produzione industriale tradizionale (come il settore automobilistico rappresentato da Stellantis) verso i mercati finanziari e l’innovazione tecnologica di frontiera. Il contesto dell’Italian Tech Week di Torino, con la partecipazione di figure rilevanti come Sam Altman di OpenAi, è stato utilizzato da Elkann come vetrina per presentare la sua nuova visione imprenditoriale. La creazione del fondo Lingotto, orientato agli investimenti in tecnologie avanzate come l’Intelligenza artificiale e le biotecnologie, e il lancio di Vento, un venture capital di Exor, testimoniano l’interesse di Elkann verso questi settori emergenti.
Ciò evidenzia come l’approccio di Elkann, paragonato a quello di Warren Buffett, stia riorientando Exor verso un modello più finanziario e tecnologico, con Torino al centro di questo rinnovamento, grazie alla sua infrastruttura accademica e industriale. Tuttavia, permangono dubbi su quanto la famiglia Agnelli-Elkann sia effettivamente pronta a spingere con decisione su questo nuovo percorso, continuando nel frattempo a mantenere un legame ambiguo con il settore automobilistico tradizionale. La trasformazione avviata da Elkann potrebbe offrire grandi opportunità all’Italia e in particolare a Torino, ma resta aperta la questione se riuscirà a sfruttare appieno queste nuove prospettive e a distanziarsi dal passato industriale per proiettarsi in modo deciso verso il futuro dell’innovazione.
di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno