venerdì 9 agosto 2024
Cresce il numero di giovani lavoratori. Gli occupati under 25 fanno registrare un boom in Italia, ma rispetto ai dati europei c’è ancora margine di miglioramento. I numeri sono emersi da un rapporto della Fondazione studi consulenti del lavoro, dal titolo Cresce l’occupazione giovanile. Lo studio è stato condotto elaborando dei dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), che hanno evidenziato come il gap tra gli under 25 occupati nello Stivale e in Europa si sia decisamente ridotto. Di tutti i posti di lavoro creati tra il 2021 e il 2023 – che si aggirerebbero intorno a un milione e 26mila posizioni – il 42,8 per cento ha riguardato giovani under 35. Si tratterebbe quindi di 439mila posti di lavoro.
Quindi, il tasso di crescita dei giovani occupati in quel periodo è stato dell’8,9 per cento, il doppio rispetto a quello generale del 4,5 per cento. Ma il dato più importante è quello registrato nella fascia 15-24 anni, con una crescita registrata del +16,7 per cento. Una dinamica positiva, che negli under 35 ha riguardato soprattutto giovani donne e ragazze. Per queste ultime, il tasso di occupazione è del +9,9 per cento contro il +8,2 per cento dei coetanei maschi.
I settori in prima linea per l’aumento di occupazione giovanile – tra i 15 e i 39 anni – sono stati quelli delle attività artistiche, sportive e di divertimento (+32,2 per cento), i servizi di alloggio e ristorazione (23,7 per cento), le attività immobiliari (+21,8 per cento), l’informazione e la comunicazione (+20,3 per cento). Si tratta soprattutto di profili medio-alti: intellettuali e scientifici (+10,9 per cento), figure nelle attività commerciali e nei servizi (10,7 per cento) e personale specializzato in agricoltura e pesca (+11,5 per cento). Anche il lavoro stabile ha fatto registrare dati incoraggianti: di 415mila nuovi occupati, 373 sono a tempo indeterminato (+13,9 per cento). Ciò nonostante i numeri italiani restano lontani dalla media europea. In Ue, nella fascia 20-24 anni il tasso di occupazione medio è del 54,2 per cento, quello italiano si ferma al 36 per cento
ISTAT CONFERMA LA RISALITA DELL’INFLAZIONE
Un aumento di quasi mezzo punto percentuale. A luglio 2024, si prevede che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) – al lordo dei tabacchi – sia aumentato dello 0,4 per cento su base mensile e dell’1,3 per cento su base annua. Confermando la stima preliminare. A giugno scorso, il dato si era assestato su un +0,8 per cento.
di Redazione