Inflazione in leggero aumento, il petrolio allunga il passo

mercoledì 31 luglio 2024


Dopo l’eliminazione di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas, e la minaccia di ritorsioni dall’Iran e da tutta la sua area d’influenza, il prezzo del petrolio torna a salire. Il West texas intermediate (Wti) si è assestato sui 76,59 dollari al barile, avanzando del 2,5 per cento, mentre il valore del Brent è salito del 2,3 per cento a 80,42 dollari. E nell’Eurozona è aumentata l’inflazione. Il costo del denaro dovrebbe attestarsi al 2,6 per cento in questo mese di luglio, secondo una stima flash di Eurostat. L’aumento, sarebbe dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente. Osservando principali componenti dell’inflazione, l’Ufficio statistico dell’Unione europea prevede che i servizi avranno il tasso annuo più alto a luglio (4,0 per cento, rispetto al 4,1 per cento di giugno), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (2,3 per cento, rispetto al 2,4 per cento di giugno), energia (1,3 per cento, rispetto allo 0,2 per cento di giugno) e beni industriali non energetici (0,8 per cento, rispetto allo 0,7 per cento di giugno).

Inoltre, questa tendenza si va riflettendo sulla Borsa. In questo caso però, l’attenzione degli investitori è attualmente oltreoceano, visto che in serata la Federal reserve comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. Ci si aspetta uno spiraglio per un taglio dei tassi, ma non prima della fine dell’estate.

Nel frattempo, la tendenza al rialzo dell’Eurozona si riflette anche nello Stivale. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) è aumentato dello 0,5 per cento su base mensile, e dell’1,3 per cento su base annua. Al lordo dei tabacchi. Il mese precedente, l’indice nazionale stava al +0,8 per cento. Questi dati sono stati rilevati dall’Istituto nazionale di statistica, in base alle stime preliminari. Questa risalita dell’inflazione è dovuta principalmente all’accelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +3,5 per cento a +11,3 per cento) e all’attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati (da -10,3 per cento a -6,1 per cento). Il cosiddetto “carrello della spesa” invece, secondo l’Istat, ha rallentato su base tendenziale – da +1,2 per cento a +0,8 per cento – come anche i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,0 per cento a +1,9 per cento).


di Redazione