La settimana di confedilizia (podcast)

lunedì 22 luglio 2024


29 del 20 luglio 2024

Di seguito la trascrizione dellintera puntata a cura di Confedilizia.

Un caloroso saluto ai nostri ascoltatori. Gli organi di informazione hanno innanzi tutto riportato le evidenze del 2° Osservatorio sul mercato immobiliare 2024 di Nomisma, secondo cui si riscontra una crescita dei salari, con l’Italia che rasenta la piena occupazione. Cosa questa che fa ben sperare nel panorama europeo. A fronte di ciò, l’inflazione è ancora più alta dei salari, l’accesso al credito è troppo selettivo e le aspettative sul futuro delle famiglie restano incerte. In questo scenario, sono stati rilevati segnali di appannamento nel mercato immobiliare, con una flessione della domanda di acquisto e un incremento di affitto.

Per Lucio Poma, capo economista della citata Nomisma, i fondamentali del nostro Paese sono tutt’altro che disprezzabili. Se nell’area euro il 2023 si è chiuso con un Pil del +0,4 per cento, l’Italia ha messo a segno un +0,9 per cento, eguagliato solo dalla Francia e chiuderà il 2024, secondo le previsioni, con un +0,7 per cento. In rilievo anche i risultati dell’ultima indagine condotta dalla Banca centrale europea, secondo cui per l’insieme dell’area euro i criteri di erogazione di credito da parte delle banche sono rimasti sostanzialmente invariati a livelli restrittivi nel secondo trimestre 2024. Infatti, la richiesta di prestiti da parte delle imprese ha continuato a calare, mentre si è registrata la prima ripresa sulla domanda di prestiti da parte delle famiglie dal 2022. La Bce riporta “una certa eterogeneità” tra settori sugli standard per l’erogazione di prestiti alle imprese assieme a “un inasprimento energico” sulla concessione di prestiti per l’immobiliare commerciale.

La stampa ha pure riportato il report di Re/Max Europe, sulle tendenze nei mercati immobiliari di Italia e di altri Paesi dell’Unione europea, tra cui Spagna, Francia e Germania. Per il nostro Paese, è stata riscontrata nel 2023 una leggera diminuzione dei prezzi al metro quadro, con un calo dello 0,5 per cento rispetto all’anno precedente, portando il costo medio delle abitazioni a circa 1.684 euro al metro quadrato. La tipologia abitativa più richiesta è stata quella degli appartamenti, con un tempo medio di permanenza sul mercato di 147 giorni, rispetto ai 172 giorni delle case indipendenti, che riflette un mercato più stabile e prevedibile rispetto ad altri Paesi.

Nel resto d’Europa, il 2023 ha registrato il livello più basso di crescita ipotecaria dell’ultimo decennio, con molti potenziali acquirenti che hanno scelto di rinviare l’acquisto della casa, trovando nella locazione una soluzione temporaneamente più accessibile. L’aumento della domanda di immobili in affitto ha portato a un incremento dei prezzi, soprattutto nelle grandi città come Parigi, Londra e Berlino, che hanno raggiunto livelli record. Le prospettive per il 2024 delineate dal report sono positive, con un ritorno a un mercato più equilibrato. Gli acquirenti potrebbero beneficiare di nuove opportunità, specialmente con l’entrata di privati che hanno posticipato le vendite, favorendo una maggiore negoziazione dei prezzi.

In risalto sui media infine la crescita degli affitti transitori, che stanno guadagnando sempre più importanza nel mercato immobiliare. Secondo l’ultimo report del portale Idealista, nel secondo trimestre del 2024, questa tipologia di locazione ha rappresentato il 23 per cento del mercato, con un aumento dell’offerta annuale del 29 per cento. Il capoluogo con la maggior percentuale di affitti transitori sull’offerta complessiva è Venezia, seguita da Massa, Livorno, Firenze e Catanzaro. Tutto ciò è l’ulteriore conferma che si tratta di un settore in espansione, trainante per l’economia, per il quale è piuttosto necessario promuovere politiche che possano assicurarne l’ulteriore sviluppo.

Il presente podcast si chiude con il commento di Valentina Diaconale, giornalista de L’Opinione delle Libertà: “Sono stati resi noti i numeri riguardanti gli immobili ridotti in ruderi. Nell’ultimo anno c’è stato un incremento dell’1,6 per cento ma, se si fa un confronto con i numeri pre e post Imu, il dato diventa veramente allarmante. Dal 2011, con l’introduzione dell’Imposta municipale, sono raddoppiati e a oggi si conta un incremento del 123 per cento. Tra l’altro questi immobili, al 90 per cento, appartengono a persone fisiche, che pur di non pagare l’Imu – perché, ricordiamolo, sono soggetti alla patrimoniale immobiliare, persino i fabbricati definiti inagibili o inabitabili ma non ancora considerati ruderi – eliminano il tetto e li rendono ancora più fatiscenti. Questo è un dato veramente allarmante sul quale la politica dovrebbe riflettere. Certo, c’è una doppia riflessione da fare, visto che ieri è stata riconfermata Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea. Ci aspettano altri 5 anni di follie ambientaliste. Cosa succederà nel nostro Paese? Lo Scopriremo”.

(*) A cura di Sandro Scoppa, conduce Annarita Palaia


di Redazione (*)