La settimana di Confedilizia (Podcast)

lunedì 8 luglio 2024


n. 27 del 6 luglio 2024

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Confedilizia.

Un caloroso saluto agli ascoltatori e un ben ritrovati da Annarita Palaia. La stampa ha innanzitutto riportato una elaborazione di Centro studi Enti locali basata su uno studio della banca-dati Siope+, secondo cui nel 2023 il gettito Imu ha superato i 13 miliardi di euro, che rappresenta un lieve calo rispetto all’anno precedente, ma con un incremento pari a mezzo miliardo rispetto al 2019, anno pre-Covid. Il primato nella riscossione dell’imposta spetta all’Italia nord-occidentale, i cui Comuni hanno incamerato il 30 per cento del gettito complessivo. I Comuni del nord Italia hanno comunque riscosso il 53 per cento del totale nazionale. A detti incassi, che hanno natura ordinaria, vanno sommati altri 1,2 miliardi di versamenti fatti a seguito di accertamento.

Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli e altre grandi città hanno incassato quasi 3 miliardi di euro. Per Alessandro Maestrelli, esperto di entrate locali del Centro studi Enti locali, “dai dati emerge come sia ormai consolidata la ripresa del gettito ordinario rispetto al periodo pre-Covid ma anche una decisa accelerazione degli incassi da recupero dell’evasione”. In questo ambito, vi è da segnalare che il Comune che è riuscito a recuperare la somma più ingente è Napoli, seguito da Milano, Bologna e Venezia.

In altri contributi, gli organi di informazione hanno riferito dell’importante novità comunicata da Poste Italiane, riguardo la cessione del credito relativa a bonus edilizi. A seguito della conversione del decreto Superbonus, che ha pure introdotto modifiche retroattive, non è più possibile presentare al gruppo nuove richieste. In particolare, da Poste Italiane ci sarà il rifiuto di tutte le richieste di cessione del credito d’imposta successive al 30 maggio 2024 mentre saranno valutate le precedenti, secondo i processi ordinari e la normativa vigente. Una necessità che nasce in continuità con la scelta analoga che l’Associazione bancaria italiana, in precedenza, aveva annunciato per le banche associate. L’Abi aveva spiegato che “per le banche sarebbe impossibile compensare i crediti d’imposta acquistati, incidendo negativamente sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti”.

In evidenza nei media anche il nuovo report sui prezzi delle abitazioni usate, elaborato da Idealista, il portale immobiliare leader nello sviluppo tecnologico in Italia, che riferisce di una contrazione dei prezzi delle abitazioni in Italia nel secondo trimestre del 2024 rispetto al trimestre precedente. È un dato che riflette un atteggiamento più cauto verso l’acquisto e una riduzione della domanda per le transazioni immobiliari residenziali, probabilmente in attesa di riduzioni dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio studi di Idealista, “con la diminuzione della domanda, l’offerta, pur essendo ancora limitata, sta gradualmente aumentando nel Paese, soprattutto nelle grandi città come Milano e Torino. Questo potrebbe anticipare condizioni di mercato più favorevoli per coloro che stanno considerando di investire o di acquistare proprietà nel mercato immobiliare nei prossimi mesi”.

I giornali, infine, hanno dato spazio al suggerimento rivolto al Governo, dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, di estendere alla proprietà immobiliare privata l’obbligo assicurativo contro le calamità naturali, anche con l’ausilio, almeno in avvio, di incentivi di tipo fiscale. Sul punto, Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ha espresso la contrarietà della storica confederazione rappresentata, in quanto “il meccanismo si tradurrebbe in una ulteriore patrimoniale della casa. Il paradosso – ha aggiunto – è che si parla molto più di come assicurare gli immobili per i danni causati dalle calamità naturali, rispetto a come evitare i danni causati dalle calamità naturali, in primis dai danni dal terremoto. Andando dietro al Nord Europa che pensa solo al green – la stessa Europa che in molta parte, però, non ha il problema dei terremoti come l’Italia – noi stiamo trascurando una vera emergenza. E non la risolviamo attraverso l’assicurazione obbligatoria”.

La chiusura del podcast è affidata al commento di Alessandro Vitale, professore dell’Università degli Studi di Milano. “Questa serie di vicende sembra ancora una volta ruotare attorno a un problema di fondo mai risolto in Italia, quello dell’autogoverno. Il gettito Imu in aumento segnala solo un potenziale incremento di dotazioni finanziarie che i Comuni non potranno mettere a frutto, sia perché si tratta di una sottrazione di risorse al settore privato e alla libertà di scelta individuale, sia perché i Comuni stessi sono inseriti in un sistema politico costituzionale che non prevede forme di self-government, ma sono una rigida dipendenza amministrativa e gerarchica da un sistema centralizzato pseudo-regionalista. Il mercato delle abitazioni sembra riprendere fiato, ma è drogato dall’inflazione, dalla mancanza di voce in capitolo dei Comuni e dall’attesa della manipolazione dei tassi di interesse da parte della Bce, che impedirà per l’ennesima volta di ottenere uno spontaneo riaggiustamento economico. Inoltre, l’assicurazione obbligatoria delle proprietà immobiliari contro le calamità naturali non è che una dichiarazione di fallimento dello Stato. Una dimostrazione della sua sempre più imponente crisi fiscale, che non fa fronte per nulla alle necessità che comunità capaci di autogovernare sia di utilizzare le proprie risorse affrontino i lavori necessari, soprattutto in campo idrogeologico e antisismico, per prevenire quei gravi problemi”.

(*) A cura di Sandro Scoppa, conduce Annarita Palaia


di Redazione (*)