Gioco pubblico in Italia: il libro di Geronimo Cardia

venerdì 17 maggio 2024


Si è tenuta presso la sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, su iniziativa del senatore Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze e Tesoro, la conferenza stampa di presentazione del libro dell’avvocato Geronimo Cardia, Il gioco pubblico in Italia: riordino questione territoriale e cortocircuiti istituzionali. Secondo quanto appreso, i volume fornisce il quadro dei principi di distribuzione del gioco pubblico, affronta l’impatto nel tempo della normativa regionale e comunale sull’ordinamento giuridico nazionale e mette in luce evoluzioni, cortocircuiti istituzionali e possibili soluzioni per evitare la paralisi delle gare pubbliche per le concessioni in scadenza, dando seguito all’indagine del 2016 (La Questione Territoriale – Il proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa locale”, edito da GN Media).

L’obiettivo, in sostanza, è fornire gli strumenti necessari per affrontare consapevolmente la stagione del riordino del comparto che, dopo una serie di tentativi non perfezionati come quello dell’Intesa tra Stato e Regioni raggiunta nel 2017, in questi mesi è stato annunciato con la delega fiscale della legge numero 111 del 9 agosto del 2023 e avviato con l’attuazione del riordino della distribuzione del gioco online. In primo piano gli interessi pubblici che presuppongono l’esistenza ordinata ed efficace del comparto: tutela dell’utente, legalità, gettito erariale, impresa e occupazione, senza dimenticare equilibrio tra concessioni e stabilità di sistema.

Le verticali distributive di gioco sono diverse. Secondo i dati del settore, come riferito in una nota, la rete generalista del territorio, quella fatta di bar e tabacchi e che in particolare mette a terra le Awp (apparecchi e slot), è quella che raggiunge più di 6mila degli 8mila Comuni presenti in Italia, così garantendo i più ampi presidi di legalità. Si pensi, infatti, che il gettito erariale riveniente dall’intero comparto (dati 2022) è di 11 miliardi di euro all’anno, di cui 1 dal gioco online e 10 dal territorio (5,9 in particolare dagli apparecchi che sono quelli maggiormente colpiti dai distanziometri e dalle limitazioni di orari espulsivi), benché giocate online e giocate sul territorio sostanzialmente si equivalgano. La rete generalista (di bar e tabacchi) porta i prodotti di Stato e dunque la legalità in oltre 6mila dei circa 8mila Comuni italiani; l’utente può essere tutelato anche con l’esperienza di chi già distribuisce prodotti importanti come il tabacco ed i superalcolici; il comparto conta migliaia di imprese, soprattutto sul territorio, con i suoi 140mila lavoratori (sul totale dei 150mila di tutto il sistema).

Tra i presenti, oltre al senatore Garavaglia e all’avvocato Cardia, hanno partecipato al convegno: Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei conti; l’onorevole Andrea De Bertoldi, componente della Commissione Finanze della Camera; l’onorevole Marco Osnato, presidente commissione Finanze della Camera (in video); Mario Lollobrigida, Direttore giochi Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Emmanuele Cangianelli, presidente Egp-Fipe (Confcommercio); Domenico Distante, Presidente Sapar Armando Iaccarino, presidente centro studi As.Tro (Confindustria); Gennaro Parlati, presidente Acmi. La moderazione è stata affidata ad Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell'Istituto Milton Friedman.

“Bisogna porre delle regole e garantire equilibrio – ha affermato Garavaglia – nella concorrenza, con regole sane, tutelando le aziende, sia italiane che estere, sia piccole che grandi. Se poniamo in essere regole stupide finiamo col favorire certe aziende a scapito di altre. E serve un equilibrio anche nei prodotti. È necessario equilibrio anche fra l'online e il fisico, e affronteremo con equilibrio il riordino del gioco fisico. Ricordo i tempi in cui ero assessore all’Economia della Regione Lombardia e coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni; Pier Paolo Baretta era il sottosegretario all’Economia e alle Finanze ed eravamo arrivati a un passo dal riordino, ma poi saltò tutto. Ora non si parte da zero, anzi, suggerirei di ripartire da quella base, dall'intesa raggiunta nel 2017, lavorarci, con lo scopo di arrivare a un equilibrio senza ipocrisia. Una chiave è data dalla compartecipazione degli enti territoriali al gettito del gioco, che verrà valorizzata con il riordino del gioco fisico perché questo responsabilizza”.

A seguire, le parole di Mario Lollobrigida: “Quanto stabilito nel 2017 non può funzionare, perché determina un effetto espulsivo totale sul territorio. Con il riordino la formazione riguarderà anche gli operatori di gioco e sarà analoga a quella che già gestiamo per i rivenditori di generi di monopolio. Siamo d’accordo sulla compartecipazione degli enti locali sia al gettito derivante dal gioco che sulle sanzioni derivanti dalle attività di controllo, lo avevamo proposto già 20 anni fa. Il distanziometro è un problema anche dal punto di vista della tutela del gioco legale, con la conseguente recrudescenza di quello illegale. Lo abbiamo visto in Emilia-Romagna. Dobbiamo fare un piano serio, anche mantenendo un minimo di distanze rispetto solo ad alcuni luoghi sensibili. Ad esempio, con un distanziometro di 200 metri dagli istituti scolastici si avrebbe un effetto espulsivo del 10 per cento, un risultato accettabile. Stiamo cercando di trovare unitarietà e condivisione nella decisione, speriamo che si possa arrivare all’obiettivo in tempi brevi”.

Per Tommaso Miele “questo è un settore estremamente interessante per l’economia e per l’occupazione. È un comparto importante. A livello legislativo il settore è stato interessato da un vero e proprio slalom, con gli enti locali che nel corso degli anni hanno posto lacci e lacciuoli. Ci si dimentica che qui stiamo parlando di gioco legale e con le restrizioni il pensiero corre agli spazi che vengono lasciati all’illegalità. Lo Stato ha tutto l’interesse a tutelare il gioco legale, anche per gli aspetti sociali. Se il settore non viene disciplinato e tutelato in modo corretto, si espande il gioco illegale. Oggi ci sono diverse difficoltà a livello normativo, causate dai vari vincoli imposti da una legislazione ormai molto confusa. Con la delega fiscale c’è l’occasione di riordinare il settore, e questo va fatto nell’interesse dello Stato, perché il gioco ha importanti risvolti sia dal punto di vista economico e finanziario che occupazionale”.

È stato poi il turno dell’avvocato Cardia: “In questo momento così delicato, in cui regolare in un modo o in un altro le diverse questioni significa incidere non solo sugli interessi privati degli operatori ma ancor prima sugli interessi pubblici, il volume fornisce gli strumenti necessari per affrontare consapevolmente la stagione del riordino del comparto tuttora in corso. In queste pagine ho presentato il quadro dei principi di distribuzione del gioco pubblico, affrontato l’impatto nel tempo della normativa regionale e comunale sull’ordinamento giuridico nazionale e messo in luce evoluzioni, cortocircuiti istituzionali e possibili soluzioni per evitare la paralisi delle gare pubbliche per le concessioni in scadenza. In primo piano ci sono gli interessi pubblici che presuppongono l’esistenza ordinata ed efficace del comparto: tutela dell’utente, legalità, gettito erariale, impresa e occupazione, senza dimenticare equilibrio tra concessioni, stabilità di sistema”.

Secondo l’onorevole de Bertoldi, invece, “questo libro rappresenta una radiografia di quello che è oggi il panorama del gioco in Italia. Tanti, troppi siamo dalla parte sbagliata. Il gioco è una delle principali entrate dello Stato. O si ha il coraggio di dire rinunciamo agli introiti del gioco legale, oppure non ha senso fare solo populismo, con il risultato che si fa brindare a champagne l’illegalità. Ce lo insegna la storia, quando la legalità ha grossi limiti l’illegalità brinda. Il risultato è che le ludopatie crescono e lo Stato perde soldi. Questo dobbiamo dircelo chiaramente. Nell’ambito della riforma si è lavorato sul gioco online e speriamo che tutto prosegua nella direzione auspicata. Io avrei visto dei bandi di gara di importi più contenuti. Adesso siamo davanti al riordino del gioco fisico, auspichiamo che possa avvenire creando uniformità sul territorio”.

L’onorevole Osnato, da par sua, ha notato: “Ho sempre apprezzato la capacità dell’autore di favorire la discussione tra esperti diversi per formazione e sensibilità, riuniti con l’obiettivo di aiutare il legislatore e l’amministrazione a elaborare nuovi paradigmi per la crescita economica e la tutela della persona. Sono questi due i capisaldi che dovrebbero ispirare l’emanazione di norme in materia di giochi, in cui si parla troppo spesso delle forti connotazioni ideologiche. Quello del gioco non è solo un importante asset del nostro sistema produttivo, ma anche un elemento non trascurabile della vita sociale dei cittadini. Come in altri campi anche per i giochi si tende a pensare che più regole significhino regole migliori, ma evidentemente non è così. Quando regna il caos nulla è protetto. Gli approcci ideologici non possono funzionare. È bene che siano i tecnici, come l’autore del libro, a prospettare le soluzioni più ragionevoli ed è altrettanto opportuno che la politica non si sottragga dall’assumere decisioni chiare, magari coraggiose e agevolmente interpretabili. Tutti hanno bene in mente l’importanza che le imprese concessionarie della filiera produttiva vengano gestite in maniera sana e prudente. I tempi sono maturi affinché tutte le figure presenti nel settore dei giochi collaborino attivamente alla creazione di un nuovo paradigma 11 anni dopo le ultime modifiche strutturali”.

Distanziometri e limitazioni degli orari sono regole stupide, che non raggiungono minimamente gli obiettivi prefissati, non hanno alcuna utilità sui giocatori patologici, anzi generano spostamenti verso l’illegalità. Le imprese si aspettano un atto politico e legislativo, di attuazione della delega fiscale. Tutte le imprese che investono nel settore devono essere messe nelle condizioni di poter continuare a farlo” ha sostenuto Emmanuele Cangianelli. Parallelamente, Armando Iaccarino ha puntualizzato: “Bisogna porsi l’obiettivo di una razionalizzazione sul territorio tale che garantisca l’attività dei soggetti privati, il controllo del settore pubblico e il controllo di una domanda di gioco sempre crescente. Le restrizioni non hanno portato ad alcuna diminuzione della domanda, anzi c’è un aumento. La regolamentazione del settore deve basarsi su analisi di carattere scientifico e non su idee di carattere politico. Le due parole d’ordine sono formazione e tecnologia”.

“Sono 20 anni che chiediamo regole certe e precise. Ci sentiamo sulle giostre, ogni sera non sappiamo che provvedimento uscirà la mattina. Noi siamo partner dello Stato. La tutela che garantiamo sul territorio non può essere trascurata. Gli investimenti fatti dalle piccole e medie imprese sono spesso stati vanificati da disposizioni e ordinanze uscite dalla sera alla mattina. Chiediamo solo di poter lavorare in pace, tranquillamente, alla luce del sole, tutelando le piccole e medie imprese che in questi 20 anni hanno dato tanto allo Stato italiano” ha evidenziato Domenico Distante. E Gennaro Parlati ha concluso: “Ci dimentichiamo dei rischi del gioco online. Si parla di equilibrio, che non può prescindere dal coinvolgimento del settore ai tavoli che stanno lavorando al riordino del settore del gioco fisico. Chiediamo con fermezza di essere coinvolti, come associazioni e operatori, nel processo di riordino del settore”.

(*) Il gioco pubblico in Italia: riordino questione territoriale e cortocircuiti istituzionali di Geronimo Cardia, Giappichelli, 704 pagine, 72 euro


di Toni Forti