lunedì 29 aprile 2024
n.17 del 27 aprile 2024
I saluti più cordiali e ancora un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. Gli organi di informazione hanno ripreso i risultati dello studio congiunto di Reviva e Immobiliallasta.it, che ha messo in evidenza il calo del numero di aste immobiliari in Italia nel primo trimestre 2024. Nonostante ciò, per gli analisti, l’acquisto di immobili con tale modalità resta una ottima soluzione per fare affari e trovare la casa dei propri sogni. I prezzi restano infatti invariati rispetto al primo trimestre del 2023, e la ragione principale della contrazione delle transazioni in asta è da imputare non alla mancanza di interesse, ma agli elevati tassi dei mutui e alla conseguente minore erogazione di credito da parte delle banche.
Trend diverso è stato registrato per le aste non residenziali: nel primo trimestre 2024 è aumentato il numero di hotel all’asta, accompagnato però da una riduzione dei prezzi al metro quadro. In diminuzione anche i prezzi per le cantine mentre è stata rilevata una crescita di quelli per i capannoni e per le ville. In rilievo pure i contributi sull’attività del Fondo monetario internazionale, il quale aveva già rivisto al ribasso (dall’1,1 allo 0,7 per cento) le previsioni di crescita dell’Italia nel 2025. E ora, nel rapporto dedicato all’Europa, prevede, per il 2026 una crescita ridotta addirittura allo 0,2 per cento. Per il vicedirettore del dipartimento europeo del Fmi, Helge Berger, ciò è dovuto all’esaurimento degli effetti del Superbonus edilizio e a un impatto limitato del Pnrr. Il Governo ha comunque spiegato che ha ampio spazio d’intervento per stimolare la crescita e incrementare la produttività.
La stampa ha pure riportato le dichiarazioni del capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari, nell’audizione sul Def dinanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Secondo Altimari, da qui alla fine dell’anno i mercati si attendono una riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea di 100 punti base, a partire da 25 punti base a giugno. Ciò è in linea con quanto ha già annunciato il Consiglio direttivo del medesimo organismo, secondo cui l’attuale grado di restrizione della politica monetaria potrà essere ridotto qualora le prospettive di inflazione consolidino la convergenza verso l’obiettivo della riduzione. Nel corso della citata audizione, Bankitalia ha parlato anche del Superbonus, sottolineando che l’ammontare dei crediti d’imposta per detta agevolazione corrisponde a un valore di oltre cinque volte superiore a quanto il Def 2023 prevedeva che sarebbe maturato nell’anno.
Sempre riguardo al Superbonus, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a sua volta ha affermato che si tratta di una misura “nata male fin dall’inizio” e che il Governo sta cercando di “limitare i danni”. Per l’esponente dell’Esecutivo, gli ultimi dati mostrano come “il Superbonus si sia mangiato un anno di aumento della spesa sanitaria, 4 miliardi in più tra la presentazione del Def e la definitiva contabilizzazione dell’Istat”.
Altro argomento presente sui media concerne l’incremento dell’offerta di case in vendita, che è pari al 3 per cento nel primo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo uno studio pubblicato da Idealista. Rispetto a tre mesi fa, lo stock di immobili in vendita risulta però in calo con una identica percentuale. In aumento l’offerta nella maggior parte dei capoluoghi italiani: 7 città (tra cui Messina, Pisa, e Napoli) non fanno rilevare variazioni mentre le altre 36 registrano invece un calo dello stock immobiliare.
Da segnalare, infine, lo studio pubblicato dalla Banca d’Italia nella collana “Questioni di Economia e Finanza”. Lo stesso illustra l’attuale quadro normativo nazionale in materia di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. E fornisce dati sulle caratteristiche delle abitazioni italiane e dei loro occupanti. In merito a detto studio, il commento che segue è di Riccardo De Caria, docente dell’Università di Torino, che chiude anche il presente podcast: “Questa settimana si è parlato molto ancora della famigerata direttiva sulle cosiddette case green, approvata in via definitiva dalle istituzioni europee poche settimane fa. Se ne è parlato ancora, anche perché è intervenuta la Banca d’Italia in due diverse occasioni. Da un lato, correttamente, invocando una politica che si basi sui dati, e giustamente hanno fatto notare la Banca d’Italia come ve ne siano pochi, incompleti sul patrimonio immobiliare italiano. E quindi una direttiva di questo genere rischia di intervenire su un mercato non completamente conosciuto: il che non è mai una buona idea. Dall’altro lato, però, Bankitalia invoca anche che in questo mercato si intervenga ancora di più. Sostanzialmente proponendo di vietare le locazioni, laddove non sia stata effettuata una ristrutturazione di carattere energetico per ridurre il consumo energetico di un immobile. Inevitabilmente, però, come qualunque intervento in qualunque mercato, anche in quello delle locazioni questo determinerà uno squilibrio della domanda e dell’offerta, una riduzione dell’offerta di immobili e, in ogni caso, un aumento dei canoni per compensare i maggiori costi dovuti alle ristrutturazioni”.
(*) A cura di Sandro Scoppa, conduce Annarita Palaia
di Redazione (*)