Marchio e diritto d’autore

giovedì 14 marzo 2024


Il marchio è un segno distintivo di un prodotto, di una famiglia di prodotti o di un’azienda. Per esempio, tutti conoscono il marchio “Barilla”, che è il marchio dell’azienda. Ma poi esiste il marchio “Mulino Bianco” che identifica una linea di prodotti e poi conosciamo il marchio “Tarallucci” che identifica il prodotto. Il mondo alimentare è tra i settori che più di tutti hanno investito sui marchi, con aziende che possiedono anche centinaia di marchi. Anche il mondo della moda si è interessato al settore e ha sviluppato tantissimi marchi per gestire meglio le attività di marketing.

Oggi quando parliamo di marchio dobbiamo fare alcune distinzioni. Esistono diverse tipologie di marchio, estesissime. C’è il marchio letterale costituito da una o più parole. Il cuore del marchio in questo caso è il dettame letterale e spesso viene utilizzato per nomi di fantasia. Poi c’è il marchio figurativo che è comunemente chiamato “logo” o “logotipo”. In questo caso il cuore del marchio è il disegno che caratterizza il marchio. Potrebbe anche essere dato dal font utilizzato per il marchio letterale; cioè un font particolare e originale utilizzato per il marchio. Ad esempio, la scritta Coca-Cola è fatta con un font particolare, che ne costituisce un marchio figurativo o al massimo un marchio misto. Si, perché se c’è un marchio che ha logo e scritte parliamo di un marchio misto.

Esistono anche marchi sonori e olfattivi. Cioè marchi specifici dati da suoni originali specifici e profumi particolari che oggi possono essere registrati come marchio. E qui l’industria cosmetica la fa da padrone. La protezione del marchio è molto diversa da quella del brevetto. I casi di non registrabilità sono pochi:

– marchi già registrati;

– marchi di nomi geografici o di persona;

– marchi di ritratti o segni artistici o pseudonimi di altri;

– marchi contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume;

– marchi tesi a porre in inganno il consumatore;

– marchi che descrivono il prodotto.

Il minimo comun denominatore è un marchio che non ha finalità commerciali ingannevoli o che non sia contrario alla Legge o al buon costume e che abbia un carattere di originalità. Se il marchio non viene registrato non significa che non esiste ma, significa solo che può essere copiato o utilizzato da altri. Infatti, il marchio può essere registrato in qualsiasi momento, anche dopo l’uso. E da quel momento è protetto per 10 anni.

Ma cosa accade se mi accorgo che il mio marchio è stato registrato da un altro soggetto? La registrazione rimane valida ma, se si può provare di averlo utilizzato anteriormente alla registrazione di terzi, si mantiene il cosiddetto diritto di pre-uso. Ovviamente non si potrà licenziare il marchio né venderlo perché privo di un valore commerciale.

Ultimo aspetto di questa breve nota sui marchi è il significato della registrazione. Non esiste una registrazione omnia ma, deve essere tutto identificato. Quindi all’atto della registrazione bisogna decidere:

1) per quali Paesi deve valere la registrazione;

2) per quali settori economici;

3) quali caratteristiche registrare.

I primi due punti sono intuitivi. Esiste anche la possibilità di accedere a protocolli che sono validi in più Paesi come il marchio comunitario valido in Unione europea. La classificazione di Nizza ci dà le classi di protezione. Ogni classe prescelta ha un costo aggiuntivo e estende la protezione del marchio nei settori scelti identificati da ogni classe. Sono classi molto ampie e di solito la registrazione sceglie una o due classi.

La terza caratteristica, invece, riguarda per esempio la protezione di colori specifici utilizzati o di dare importanza al letterale o maggiormente al figurativo. La registrazione del marchio o dei marchi riveste, comunque, una grande opportunità per ogni azienda di proteggere un asset importante come i propri segni distintivi.


di Alessandro Cotturri